Un interessante articolo su Science, scritto dal sociologo dell’University of Chicago James Evans, suggerisce il potenziale pericolo nascosto dietro alle ricerche scientifiche online.
Molti scienziati e ricercatori, infatti, fanno sempre più uso di internet come (spesso unico) strumento per cercare e raccogliere informazioni per il loro lavoro.
Evans riconosce l’incredibile aumento di efficienza e rapidità cha la ricerca di fonti su internet porta, ma allo stesso tempo mette in guardia sui rischi di formare il proprio giudizio troppo in fretta.
Confesso di trovarmi d’accordo con la sua analisi. Uno scienziato deve infatti approfondire varie fonti, passate e presenti, confrontarle per poi formare un proprio personale giudizio e proseguire con i suoi ragionamenti.
Su internet, alla fine, spesso tutto si riduce a una manciata di fonti autorevoli, di fatto limitando molto lo spettro di valutazione dello scienziato che sarebbe invece allargato se oltre a cercare online, riscoprisse la ricerca in biblioteca.
Sembra un assurdo ma spesso in internet, che è giustamente visto come fonte inesauribile di informazioni, quando si fanno ricerche specifiche di fonti credibili se ne trovano poche, velocizzando così la formazione del convincimento da parte di chi cerca.
Potremmo quindi dire che internet è ottimo per normali ricerche ed indagini, ma necessita di essere integrato con altre fonti se vogliamo portare il nostro lavoro su un altro livello.