C’era una volta un browser che dominava la scena e che soltanto 2 anni or sono aveva in mano ancora il 58% del mercato nonostante critiche incrociate ed una forte concorrenza emergente su più fronti. Erano gli anni in cui Microsoft si discostava dalla versione 6 del suo Internet Explorer, la release del browser più ingombrante e duratura.
Un anno più tardi la percentuale piomba al 51% (dati Net Application) e da più parti si inizia a tracciare una parabola discendente che sembra destinare IE ad un ruolo di second’ordine. Eppure, improvvisamente, la rotta si inverte. Internet Explorer nell’ultimo anno ha recuperato parte del terreno perduto in un momento in cui in molti lo davano ormai per superato, facendo leva sui passi avanti compiuti dalla versione 9 e dal successo di Windows 7 sul mercato.
A questo punto della storia interviene l’elemento che cambierà le carte in tavola per l’ennesima volta, consegnando nelle mano della Microsoft un valore potenziale nuovo ancora tutto da esprimere: Internet Explorer 10. Il quale, per sua natura, si muoverà su due fronti per muovere un nuovo attacco al settore.
Più volte si è sottolineata la bontà della nuova release e le sue difficoltà nel contrastare i falsi miti che nel frattempo si sono sedimentati attorno ad uno dei brand più datati del settore. Benchmark e caratteristiche sono elementi pubblici che la critica sta imparando ad assimilare, spostando poco alla volta l’opinione che l’utenza ha di Internet Explorer per rivalutarne le qualità alla luce delle novità infuse dal gruppo con l’arrivo di Windows 8. Tutto ciò, però, pesa oggi ancora solo in minima parte sui numeri complessivi della quota di mercato del browser: limitato a Windows 8, ed essendo Windows 8 ancora molto giovane, IE10 ancora non ha portato il proprio verbo sul mercato. Ma il suo arrivo può accelerare per IE il recupero delle posizioni perdute negli anni passati.
Il ruolo di IE10 è infatti duplice. Da una parte le novità tecniche apportate potranno ribaltare il giudizio sul browser, tornando così a ripristinare una leadership che qualche passaggio a vuoto avevano messo in discussione; dall’altra, IE10 potrà agire anche in ambito mobile, ove fino ad ora il browser aveva praticamente latitato, cavalcando l’onda di Windows 8 e di Windows Phone 8 per alzare la voce anche in un ambito del tutto nuovo (tanto su tablet, quanto su smartphone). Ed è in quest’ultimo settore che IE10 può giocare il proprio ruolo nel modo più strategico.
Eccola la doppia mossa: su desktop per re-imporre la propria legge, su mobile per cavalcare l’onda nuova del “post-pc”. L’arrocco è servito, due mosse in una sola.
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In ambito mobile IE è oggi circa all’1% di penetrazione: la vendita dei Surface, l’arrivo dei primi ibridi basati su Windows 8, la conversione low cost da Windows 7 a Windows 8 ed altri flussi di questo tipo potranno dare ad IE10 la linfa necessaria per farsi notare sul mobile, e la possibile futura apertura anche a Windows 7 (Windows Vista è già fuori dai giochi) potranno dare l’impulso definitivo affinché i conti vadano immediatamente riconsiderati dal principio.
Internet Explorer 8 ed Internet Explorer 9 hanno avuto un ruolo determinante: fermare una pericolosa china discendente prima che fosse troppo tardi. Internet Explorer 10 ha però una funzione ancor più fondamentale nello scacchiere di Redmond: non solo arginare la concorrenza, ma attaccarla ove più è arrembante e dove maggiori sono le opportunità di crescita e sviluppo. IE10 non è soltanto un passo avanti, insomma, ma si presenta come un vero e proprio colpo di reni. E come tale va considerato nel momento in cui si misurano benchmark e crescita: una mossa di attacco, dopo un biennio passato con la guardia alta.