Valigette che fungono da hot spot, software anti censura e tecnologia di provenienza militare. Il New York Times ha fatto uno scoop clamoroso: l’amministrazione americana è intenzionata a bombardare le dittature… con Internet.
La lezione delle rivolte in medioriente deve aver rotto gli indugi alla Casa Bianca, così il giornale americano ha rivelato che Hillary Clinton, segretario di Stato, e Barack Obama stanno finanziando con cinquanta milioni di dollari un progetto di giovani hacker per realizzare una specie di Internet portatile che superi ogni tentativo di black out informativo in un paese.
Sembra un fillm di James Bond, ma in realtà la tecnologia già c’è: un mix adeguato di microantenne, software, hardware simile a quella dei laptop e degli smartphone, può garantire una rete alternativa che permetta di caricare e scaricare informazioni senza essere intercettati. Tutto in una anonima ventiquattrore.
A dimostrazione di come sia molto complicato, al momento, stabilire chi è il buono è chi il cattivo, se si considera che questo movimento di giovani hacker è vicino alle posizioni di Julian Assange, decisamente ostile agli americani, e che soltanto qualche settimana fa il G8 ha ospitato il primo forum su Internet che sembrava avere una netta impostazione per il controllo dei contenuti sul Web.
Ma la politica di sostegno alla democrazia nei paesi dittatoriali è sempre stata importante per Washington, così Internet potrebbe diventare la nuova forma di ingresso dell’occidente, e dei suoi interessi, all’interno di paesi in pieno fermento. Quando Mubarack spense Internet, è stato messo assieme questo staff, così definito sul Nyt:
“Un’improbabile alleanza di diplomatici, ingegneri militari, giovani informatici e dissidenti da una dozzina di paesi diversi. Tra i protagonisti c’è Sascha Meinrath, direttore della Open Technology Initiative, un’autorità fra i teorici della liberazione attraverso le tecnologie”.
Ma come funziona questa valigetta e la rete mobile alternativa? Il concetto è che i social network come Facebook, YouTube o Twitter sono i primi a saltare. Così, utilizzando il Bluetooth dei cellulari, ad esempio, si crea una rete mesh, cioè senza un nodo centrale, dove i dati rimbalzano senza collegarsi alla rete di Stato.
Ma ci sono altre soluzioni che al momento non ci conoscono, ma che dovrebbero permettere di uscire dai confini senza farsi intercettare dai satelliti, anch’esse puntando su reti mobili cooperative, crittate e gestibili da un solo pc con un cavo ethernet oppure da WiFi.