Internet piace agli italiani

L'ultimo rapporto Istat rivela un crescente interesse degli italiani per il personal computer e per Internet. Aumenta infatti il numero delle persone che si collega da casa, mentre ormai la quasi totalità delle medie e grandi aziende è già in Rete.
Internet piace agli italiani
L'ultimo rapporto Istat rivela un crescente interesse degli italiani per il personal computer e per Internet. Aumenta infatti il numero delle persone che si collega da casa, mentre ormai la quasi totalità delle medie e grandi aziende è già in Rete.

Passi da gigante per la Rete delle Reti. La percentuale delle persone che si collega da casa con un personal computer è del 18,2 per cento: apparentemente non sembra una percentuale così elevata, lo diventa però se pensiamo che nel 1997 questa percentuale era soltanto al 2,6 per cento. Il nostro Paese scopre tardi Internet ma in compenso lo apprezza progressivamente di più. Già nel 2000 infatti, se si considerano le famiglie anziché gli individui, questa percentuale raggiunge il 15,3. Una diffusione dunque rapida, dovuta in particolar modo alla riduzione dei costi dei collegamenti ed alla proliferazione degli abbonamenti gratuiti.



E questo fa un po’ riflettere sulle potenzialità della Rete: quale sarebbe stato il suo sviluppo se negli ultimi anni avessimo realmente vissuto una situazione caratterizzata da una chiara concorrenza tra i Providers di servizi Internet e se di conseguenza gli abbonamenti “free” e le tariffe “flat” fossero stati introdotti prima? Meglio tardi che mai potremmo dire, tanto più che la diffusione dell’utilizzo di Internet in particolare tra gli studenti delle scuole superiori dovrebbe subire una spinta decisiva dalle misure legislative previste nell’ ultima Finanziaria dove si istituisce, presso il ministero del Tesoro, il cosiddetto “Fondo di garanzia P.C. studenti”, destinato alla copertura dei rischi derivanti dalle operazioni creditizie per l’acquisto di un personal computer: infatti in caso di inadempienza da parte dei genitori degli studenti, sarà il Ministero a sostituirsi nei diritti della banca, e a provvedere al recupero delle somme nei confronti dei debitori.



Ed è proprio sulle famiglie che si concentra l’attenzione di statistici e sociologi: le famiglie in Rete nel ’98 venivano definite dal Rapporto Istat poche e “qualificate”. Mentre la maggiore diffusione della Rete nel 2000 ha anche abbattuto le barriere economiche e professionali: l’Istat parla infatti di un “progressivo diffondersi dell’uso di Internet tra i diversi strati della popolazione, diffusione che risulta sempre meno collegata ai diversi status sociali”.



Rimangono però delle differenziazioni sulle fascie d’età che accedono alla rete: “I giovani fino a 24 anni si collegano soprattutto per motivi di studio o di svago – spiega Salvatore Allegra, l’esperto di statistica che ha curato la parte del Rapporto dedicata a Internet – mentre gli adulti si collegano soprattutto ai siti istituzionali, degli enti pubblici, per ragioni di lavoro, ricerca di consulenza, ma anche ricerca e prenotazione di viaggi”. L’utilizzo di Internet è maggiormente diffuso nel Centro-Nord dove una persona su cinque si collega alla Rete. Complessivamente le donne utilizzano Internet meno degli uomini.



Se nel Rapporto del ’99 la Rete e la new economy sembravano fenomeni quasi marginali per gli esperti di statistica, è invece quest’anno che Internet balza nuovamente all’attenzione, sia perché l’ultimo Rapporto è una vera e propria monografia dedicata al consolidamento del terziario, sia perché il 2000 ha fatto registrare più che un raddoppio nell’uso della Rete: il numero di privati con collegamento Internet da casa nel ’99 rappresentava l’8,7 per cento degli italiani contro il 18,2 dell’anno seguente.



Tra le piccole e medie imprese (meno di 100 addetti) emerge che il 48,7 per cento di queste è dotato di apparecchiature informatiche (il dato è stato rilevato negli ultimi tre mesi del 2000 e nei primi del 2001). Tra le imprese informatizzate risulta essere piuttosto bassa la percentuale di utilizzo del commercio elettronico (solo l’8,7 per cento ha effettuato negli ultimi due anni almeno un acquisto on line), mentre le imprese che usano la posta elettronica rappresentano il 39,9 per cento.



Cresce dunque Internet in Italia (anche se dallo stesso Rapporto è emerso che il primo amore degli italiani rimane il telefonino), e potrebbe crescere sempre di più, insieme all’utilizzo in genere del personal computer, se Governo, Enti locali e organizzazioni imprenditoriali scommettessero seriamente sullo sviluppo dell’ Information Technology e della Rete e sull’enorme spinta propulsiva che essi potrebbero dare alla crescita di aree meno ricche e dinamiche del Paese.

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