La ricerca è firmata Morgan Stanley e a portarne traccia in Italia è Luca Conti tramite Nòva: Internet Trends 2008 fotografa l’attuale stato del web e del rapporto con l’utenza identificando quelle che sono le tendenze evolutive dello strumento. Numeri alla mano, insomma, Morgan Stanley misura i vari fenomeni indicando con valore statistico quelli che maggiormente incidono sull’evolversi del web.
«Emerge in tutta la sua potenza il boom di Internet in Cina e la crescita in Brasile, India e Russia. Il mobile è una realtà e numerosi indicatori lo segnalano. Il video cresce inarrestabile e così la pubblicità online, sia in valore assoluto che in percentuale. Il fenomeno Facebook emerge con irruenza. L’Italia, nonostante tutto, rimane saldamente nella top 10 dei paesi dove il comparto TMT (tecnologia media e telecomunicazioni) rimane più sviluppato»: questo il riassunto di Nòva. Ma la ricerca (pdf) mostra molto, molto di più.
- Il traffico web “consumer” ha definitivamente sorpassato il traffico “business”: il ritmo di crescita è molto più accentuato e per il futuro il gap tra i due mondi è destinato ad aumentare parallelamente all’imporsi del web nelle case di tutti;
- YouTube e Facebook sono i due nomi che configurano le maggiori performance degli ultimi anni. Nel 2008 le page view dei due siti hanno trovato un suo equilibrio che chiude un percorso di ascesa che vede invece Google in crescita stabile e Yahoo in decremento sostanziale;
- Il social networking, in generale, risulta confermare quelle aspettative di “Eldorado” già palesate in tempi non sospetti maturando ritmi di crescita che soverchiano ogni altro aspetto del World Wide Web odierno;
- Particolarmente interessante il confronto (basato su dati Alexa) tra i siti più trafficati del 2005 e quelli odierni. Scompaiono dalla classifica, infatti, nomi quali eBay, Amazon, Microsoft e AOL. In compenso Microsoft si propone con live.com ed eBay si gode la crescita dei suoi PayPal e Skype (tra i fenomeni più importanti del web in questo momento);
- Morgan Stanley pone ripetutamente l’accento sulla grande ascesa di Facebook nell’Olimpo dei social networks. Il confronto con MySpace è inoltre argomentato con tutti i punti di vantaggio che il sito di Mark Zuckerberg ha nei confronti dell’omologa community di Rupert Murdoch: «pubblicità meno intrusive», «feed personalizzabili», «interfaccia più chiara», « sezione “amici” più in vista», «personalizzazione della piattaforma pubblicitaria»;
La ricerca prosegue dimostrando come le attività basate sul web abbiano tassi di crescita superiori rispetto alle attività promiscue offline/online: in periodo di recessione, insomma, la scelta può fare la differenza purché il web venga abbracciato con cognizione di causa e con la capacità di padroneggiare gli strumenti precipui.
L’Italia vive di per sé un piccolo paradosso. Attanagliato da problemi di digital divide (tanto tecnologico quanto culturale), il nostro paese conferma in ogni caso la propria vocazione continuando a galleggiare tra le prime 10 posizioni delal classifica delle nazioni più attive sul mercato online. La posizione relativa è in discesa, ma ciò soprattutto a causa delle new entry rappresentate da paesi emergenti quali Cina, India e Brasile. Sono queste, infatti, le nazioni che con sempre maggior peso vanno ad occupare il posto che gli compete sul web: America Latina e Cina sono i paesi che maggiormente si fanno notare, ed in questo bilancio sta radicalmente diminuendo il peso del Nord America sul totale.