Le strade della coopetition sono infinite. L’intricato quadro di mercato che vede i big dell’ICT cooperare e competere allo stesso tempo configura una scacchiera quantomeno complessa in cui l’interesse comune che raggruppa il maggior numero degli attori è la concorrenza a Google. «Google must die» (Google deve morire): il titolo usato dal Motley Fool ben dipinge le sensazioni del momento.
Da ieri è in vigore il patto d’acciaio stretto tra Microsoft e Yahoo che rende interoperabili i rispettivi instant messenger. Il rapporto win-win non va oltre la semplice apertura dei due sistemi: i motori di ricerca rimangono in concorrenza, così come i rispettivi centri di raccolta pubblicitaria. Il rapporto stretto sugli IM, però, non può che arrecare vantaggi ad entrambi i poli in quanto la minaccia rappresentata da Google ed AOL è troppo imponente: Google potrebbe giungere sul mercato trainato dai milioni di utenti degli IM di America OnLine, dunque una alleanza preventiva è quanto di più saggio possa essere ideato.
C’è però un attore che è rimasto al di fuori del cerchio delle alleanze: Skype. Lo stesso attore ha ogni elemento per poter desiderare per Google tutto quanto desiderano Microsoft e Yahoo, ed ancora una volta il titolo del Motley Fool ben si adatta al contesto. L’ipotesi viene oggi suggerita da più parti: Perchè Skype non potrebbe entrare nell’alleanza stretta tra Yahoo Messenger with Voice e Windows Live Messenger?
Per Microsoft e Yahoo il vantaggio sarebbe evidente: si addomestica un pericoloso rivale, si aggiunge alla propria rete un altro cospicuo numero di utenti e si inizia a collaborare con un gruppo che nel VoIP regna con quote di mercato di tutto rispetto. Per Yahoo, inoltre, la collaborazione non sarebbe una novità in quanto già nel recente passato tra i due gruppi si è dimostrato scorrere buon sangue. Microsoft non avrebbe particolare disinteresse e potrebbe giovarsi della situazione per mantenere una posizione di primo piano mettendosi rispetto a Google dalla parte del più forte sotto vari punti di vista. Sul lato opposto sono evidenti anche i vantaggi per Skype (e di riflesso per eBay): avrebbe finalmente un senso il prezzo pagato per il software dal gruppo delle aste online, si potrebbero capitalizzare quei 100 milioni di utenti dichiarati ed inoltre si potrebbe entrare nel gotha della messaggeria istantanea consacrando definitivamente Skype come strumento per eccellenza delle telefonate tramite IP ed infine si potrebbe avere una maggior forza alle spalle per contrastare Google e la minaccia del nuovo Checkout.
La concorrenza rimane, ma gli elementi per una cooperazione ci sono tutti. ItWire suggerisce il fatto che l’interoperabilità è una richiesta che giunge direttamente dal mercato, ove è impossibile fruire di tutti i servizi mentre una rete più vasta di software “alleati” potrebbe offrire libertà e scelta agli utenti. Nel lungo periodo, dunque, l’interoperabilità è una scelta obbligata. Nel breve periodo, invece, la scelta è lasciata alle parti in causa.