Passo storico per Microsoft che con la versione 8 del suo browser Internet Explorer annuncia che nel rendering delle pagine darà la priorità agli standard della rete e quindi non alle funzioni di design che arbitrariamente sceglie di prediligere.
Una simile sottomissione alle più basilari leggi di interoperabilità è lungi dall’essere scontata nel colosso di Redmond che da sempre ha utilizzato il proprio quasi monopolio come un’arma in tutti i settori del software compreso il browsing. Ma i tempi dello strapotere potrebbero finire presto, il 30% del mercato detenuto da Firefox mette paura e Microsoft sembra pronta ad adeguarsi alle molte leggi della rete.
Dunque secondo quanto annunciato dalla stessa casa madre Internet Explorer (la cui prima beta è prevista per giugno) darà la priorità agli standard interoperabili della rete, ma sarà possibile comunque scegliere tra tre modalità di rendering per non far torto a nessuno. Oltre quella standard infatti sarà inclusa una che riflette l’implementazione degli standard all’epoca di IE7 e una basata sul rendering utilizzato all’inizio dell’era del web. Così facendo dovrebbe essere sempre possibile visualizzare correttamente qualsiasi contenuto.
«La questione è complessa» ha dichiarato Ray Ozzie nel comunicato ufficiale «Da una parte ci sono miliardi di pagine disegnate per andare bene sui browser vecchi, alcune delle quali nemmeno più mantenute aggiornate ma comunque presenti, dall’altra c’è un beneficio concreto a supportare in pieno l’interoperabilità e l’evolversi degli standard. Dopo lungo ponderare abbiamo deciso di dare la priorità agli standard moderni per rimanere fedeli ai nostri Principi di Interoperabilità e per essere il più trasparenti possibile».
Certo non erano esattamente così le posizioni di Microsoft fino a poco tempo fa e non stupisce che ci siano anche questioni legali dietro un simile mutamento. Infatti benchè ora non ci siano leggi in materia è la stessa Redmond a dichiarare che comunque una mossa del genere scongiurerà battaglie legali. Solo ad inizio anno, ad esempio, Opera ha lamentato presso l’Unione Europea dell’atteggiamento ostruzionistico di Microsoft nel campo del browsing.