È passato un anno esatto da quando su queste pagine si approfondiva il mondo Firefox grazie alla cortese collaborazione di Tristan Nitot, Principal Evangelist di Mozilla. A distanza di un anno è ancora Nitot a consentirci di esplorare il mondo Firefox e tutto quel che gravita attorno al mondo Mozilla, potendo così analizzare da vicino le molte novità che la fondazione ha annunciato per i propri prodotti e per la propria community.
A Tristan Nitot abbiamo pertanto rivolto alcune domande per focalizzare l’attenzione su Firefox e sull’esperienza d’uso del browser, sulle novità in arrivo e su alcune altre realtà che Mozilla sta portando avanti in questi mesi.
Intervista a Tristan Nitot
Le Social API hanno portato i social network su Firefox, ma Mozilla ha fatto capire che c’è ancora molto da fare a tal proposito: in che direzione andrà l’evoluzione delle Social API? Cosa può migliorare Firefox nel rapporto con i social network?
Nitot: «Abbiamo dato vita alle Social API in collaborazione con Facebook, in una prima fase, focalizzandoci sulla social experience all’interno di Firefox, ma ora siamo pronti ad accogliere nuovi partner e confidiamo che molti altri li seguiranno in futuro. Tanto per fare alcuni nomi, posso menzionare MSNnow, Cliqz, Mixi (NdR: disponibile solo in Giappone) e, fra quelli che vedremo prossimamente, Weibo».
Il supporto al protocollo WebRTC rende la comunicazione sempre più semplice attraverso il browser: Mozilla vede dunque in prospettiva il browser come elemento centrale dell’esperienza online degli utenti?
Nitot: «Sì, già lo è, e vogliamo che resti tale in futuro. Per esempio, prima, utilizzando applicazioni proprietarie dedicate alla video chat, il browser non costituiva un elemento centrale proprio perché i browser erano privi di una simile caratteristica. Ma il Web è fantastico perché consente di rendere “open” anche le applicazioni proprietarie. In particolare, la bellezza di WebRTC sta nella sua interoperabilità, una caratteristica che abbiamo voluto fin da subito. Non a caso, la prima demo che mostrammo riguardava proprio una video chat e coinvolgeva un dipendente Google, che utilizzava Chrome, e un dipendente Mozilla, che usava Firefox. La demo provò che l’interoperabilità fra standard diversi era possibile perché avviene sul Web.
Il nostro intento, adesso, è quello di estendere questo principio agli smartphone. D’altronde, Firefox gira su computer desktop, laptop, Windows, Mac, Linux… ma anche su Android. E la tecnologia è sempre la stessa. Quindi vedremo WebRTC all’interno di Firefox anche su dispositivi Android».
Mozilla ha introdotto in Firefox nuovi strumenti utili a trasformare il browser in una piattaforma per il gaming. Quanto è lontano, o quanto è vicino, il giorno in cui il browser sarà un veicolo effettivo ed efficace per la distribuzione di giochi di alto livello?
Nitot: «Spero che ciò avvenga molto presto. Il Web ha compiuto grandi progressi negli ultimi 15 anni, divenendo una piattaforma molto più potente di prima; l’esecuzione stessa di JavaScript è più veloce. Inoltre due anni fa siamo stati pionieri nell’introduzione del Web GL, che consente lo sfruttamento della scheda grafica all’interno del browser.
Java Script permette di eseguire i giochi 3D nel browser mentre il WebRTC consente di collegare due macchine in maniera diretta fra loro. L’unione di queste tre tecnologie fa sì che due persone possano giocare insieme via browser. Tuttavia i videogiochi sono sviluppati in C++, un linguaggio che non può essere eseguito all’interno del browser. Questo significa che gli sviluppatori che vogliono creare una versione dei propri videogiochi che sia compatibile con un browser devono riscriverla in JavaScript, il che equivale a una perdita di investimento. Per fortuna, noi di Mozilla abbiamo inventato una tecnologia che risolve il problema, Emscripten, un compilatore che converte da C++ a JavaScript. Attualmente stiamo lavorando alla sua ottimizzazione con asm.js, che ha permesso il porting del motore grafico Unreal Engine 3 da C++ a JavaScript, permettendone quindi l’esecuzione all’interno del browser. E questa è una cosa che interessa molto all’industria dei videogiochi perché è destinata a semplificare molto lo sviluppo futuro dei giochi per il Web».
Mozilla è stato il primo promotore della tecnologia “do not track”: siete soddisfatti del modo in cui è stata accolta (anche dalla concorrenza)? Pensate si possa fare ancora qualcosa di più a garanzia degli utenti?
Nitot: «È un’ottima domanda. La tutela degli utenti è da sempre al centro del nostro sviluppo, però diamo molta importanza anche alla personalizzazione. È come vedere due facce della stessa medaglia: da un lato, l’essere tracciati non è un bene per la privacy, ma, dall’altro, consente di offrire contenuti su misura per l’utente, il che è un bene. Cose come Twitter, Facebook o anche un eCommerce come Amazon non sarebbero altrettanto interessanti senza la personalizzazione dei contenuti, se ogni utente fosse del tutto anonimo.
È importante trovare un equilibrio fra questi due aspetti contrapposti perché nemmeno un tracciamento costante è una buona pratica. È per questo motivo che, fra qualche mese, introdurremo una nuova funzione che stiamo ancora testando: Third Party Cookie».
È passato poco più di un anno dall’inizio degli aggiornamenti automatici di Firefox: la procedura è stata ottimizzata nel tempo? Pensate questa scelta abbia dato effettivi vantaggi in termini di sicurezza degli utenti?
Nitot: «Penso proprio di sì. Abbiamo semplificato molto perché sappiamo che, se un’operazione è complicata, l’utente non la porterà a compimento. La conseguenza è che gli aggiornamenti di Firefox, in special modo quelli relativi alla sicurezza, non vengono installati col giusto tempismo, il che costituisce un rischio. Per questo, semplificare gli aggiornamenti di sicurezza di Firefox significa che gli utenti useranno tempestivamente la versione più sicura a loro vantaggio.
Ma non si tratta solo di sicurezza. Aggiornare Firefox permette anche di usare le nuove funzionalità su cui tanto investiamo, con il lavoro di centinaia di persone, per continuare a migliorare e rendere maggiormente utilizzabile il nostro browser. Tutto questo si traduce in operazioni di aggiornamento semplificate e in una versione ogni volta migliore di Firefox.
Stiamo già ricevendo molti commenti positivi, ma è comunque un lavoro in continuo divenire e, presto, vedremo altre nuove funzioni e alcune novità nell’interfaccia utente».
Una curiosità: Tristan Nitot usa già uno smartphone con Firefox OS?
Nitot: «Ho diversi smartphone, a dire il vero, ma, sì, ne ho anche uno con Firefox OS. Si tratta di un prototipo perché la parte hardware degli smartphone che usciranno con Firefox OS deve ancora essere finalizzata. Però, sebbene abbia solo una versione developer, la amo! Ti dà la sensazione di avere il Web in palmo di mano.
Al momento ci stiamo concentrando su modelli di fascia media e abbiamo due tipi di prototipi. In particolare, c’è una versione per soli sviluppatori che è in vendita a €91, un costo davvero irrisorio per uno smartphone. Non so dare un’indicazione esatta del costo finale al pubblico, però, visto che ciò dipenderà dai produttori, dagli operatori e dagli accordi che intercorreranno fra loro, ma la scelta di proporre uno smartphone a basso costo è chiara e nasce dalla volontà di Mozilla di convincere chi ancora utilizza il semplice cellulare a passare a un dispositivo evoluto».