Inviare messaggi a tempo con WhatsApp

WhatsApp non consente ancora di inviare messaggi a tempo come Telegram e Signal, ma c’è un trucco per ovviare: la guida pratica
Inviare messaggi a tempo con WhatsApp
WhatsApp non consente ancora di inviare messaggi a tempo come Telegram e Signal, ma c’è un trucco per ovviare: la guida pratica

Inviare messaggi a tempo è una funzione assai gradita a molti utenti che vogliono trasmettere una comunicazione che non vogliono sia “intercettata” da occhi indiscreti, ma WhatsApp, a differenza di competitor come Telegram e Signal, non l’ha ancora implementata ufficialmente. Rumors sostengono che la funzionalità sarà presto introdotta in fase di test ed in seguito in maniera definitiva per tutti, ma nel frattempo c’è un trucco che consente di ovviare alle mancanze degli sviluppatori di Facebook. A scoprirlo un utente che ha poi condiviso in Rete la procedura, che può essere emulata senza problemi da chiunque, anche senza particolari competenze informatiche.

Il trucco per inviare messaggi a tempo con WhatsApp

Anche se gli sviluppatori agli ordini di Mark Zuckerberg non hanno ancora recuperato il gap sulla concorrenza sui messaggi a tempo si può ovviare sfruttando le potenzialità degli Stati di WhatsApp. Questi garantiscono sia l’anonimato del messaggio che si vuole inviare, sia il tempo, che come già avviene per Instagram e gli altri servizi del gruppo Facebook, è di 24 ore. Per inviare un messaggio a tempo basta pubblicare uno stato solo per un numero selezionato di utenti modificando le impostazioni della privacy. Una volta che la persona avrà visualizzato la storia, potremo eliminarla immediatamente, ottenendo sostanzialmente lo stesso effetto di un messaggio a tempo.

Le chat private non bastano

Non è la stessa cosa, ben inteso, perché Telegram e Signal dispongono di una funzione apposita che consente tramite la chat tradizionale di inviare messaggi importanti e che si “autodistruggono” per non finire sotto occhi indiscreti. L’utilizzo delle storie rimane un’alternativa valida per evitare di dover installare app di terzi e per non dover ricorrere alle chat private, che a differenza delle conversazioni segrete di Telegram (nell’occhio del ciclone proprio per questi canali all’interno dei quali gli utenti si scambiano di tutto), ad esempio, sono comunque tracciabili.

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