Ai tempi dei social network, è sempre più difficile tenere sotto controllo le informazioni che riguardano la propria identità sul web. Per questo motivo Google ha dato alla luce il nuovo strumento denominato “Me on the Web”, che si traduce letteralmente “Io sul Web”. Un nome che non lascia spazio a dubbio alcuno: l’obiettivo è infatti quello di accompagnare anche i navigatori meno esperti nella gestione della propria identità online, onde evitare la divulgazione di informazioni personali che possano essere diffamatorie o semplicemente inappropriate.
Lo strumento è già stato inserito all’interno della Google Dashboard (il contenitore di tutti i servizi Google utilizzati da un utente) e, accedendo ad un account Google, sarà possibile attivarlo tramite pochi click, indicando i dati personali utili alla gestione della reputazione. Successivamente, come già fatto da altri servizi Google come Alert, “Io sul web” invierà al suo fruitore delle notifiche via e-mail che riguardano la presenza del suo nominativo all’interno della grande rete. Il servizio offre anche un sistema di suggerimenti per permettere all’utente di gestire al meglio la propria identità online e rimuovere possibili contenuti indesiderati contattando ad esempio direttamente il webmaster di un forum per chiedere la rimozione di un post sgradito.
La volontà dell’azienda di Mountanin View nell’interessarsi a questo tipo di dinamiche va incontro all’esigenza di un maggior controllo sulle informazioni personali divulgate sul Web da parte degli utenti. Le informazioni, infatti, vengono sciorinate ovunque dai vari social network ed è quindi molto forte il bisogno di avere un maggiore controllo sulla propria reputazione. Tutto ciò è lecito ed è parte dell’esercizio di un diritto. Alcune informazioni false, del resto, potrebbero addirittura costare il posto di lavoro o viziare i rapporti interpersonali con amici e parenti: quel che Google offre è la possibilità di un monitoraggio costante, lasciando al diretto responsabile la possibilità di valutare i casi specifici.
Il servizio non potrà che risultare gradito, tra gli altri, anche all’ex-senatore Achille Ottaviani il quale soltanto nelle ultime ore ha depositato una richiesta danni da 10 milioni di euro a Google per il modo in cui, attraverso le SERP del motore, è possibile ricostruire la sua vita riconducendola però ad una vecchia vicissitudine giudiziaria conclusasi in realtà con la piena assoluzione.