Le nuove misure di sicurezza previste da Apple in iOS 12, con l’introduzione di un più severo USB Restricted Mode, hanno generato parecchie curiosità sia da parte degli utenti del gruppo di Cupertino che dalla stampa. Sulla questione, forse anche per bloccare sul nascere alcune polemiche, è però intervenuta la società stessa, in una nota pubblicata dalle principali testate a stelle e strisce.
I fatti sono ormai noti: così come emerso nel corso della WWDC, il nuovo iOS 12 include una rinnovata modalità USB Restricted, che impone non solo lo sblocco del dispositivo quando collegato a un computer o ad altri dispositivi tramite connessione via cavo, ma anche che il device venga nuovamente sbloccato ogni ora. La misura dovrebbe rendere molto più complessi gli accessi indebiti, tramite i tentativi di brute-force o l’uso di dispositivi appositamente pensati per questo scopo, contrastando contestualmente le azioni sia dei malintenzionati che delle forze dell’ordine.
Nella nota, Apple ha voluto spiegare le ragioni di questa scelta, nonché la sua posizione verso le legittime indagini di polizia:
In Apple mettiamo il consumatore al centro di tutto ciò che progettiamo. Stiamo costantemente rafforzando le protezioni di sicurezza in ogni prodotto Apple, per aiutare i clienti a difendersi contro gli hacker, i ladri di identità e le intrusioni ai dati personali. Portiamo il più grande rispetto per le forze dell’ordine e non progettiamo i nostri miglioramenti di sicurezza per rendere più difficili i loro sforzi.
Come già anticipato, la misura introdotta in iOS 12 cerca di limitare l’accesso con strumenti esterni, spesso impiegati da malintenzionati, tuttavia prodotti analoghi sono sfruttati negli Stati Uniti anche a scopo d’indagine, basti pensare ai recenti sistemi che aziende come Cellebrite e GrayShift potrebbero aver fornito alla polizia. La necessità di sbloccare ogni ora il device, con Touch ID o Face ID, potrebbe rendere molto difficile ottenere dati personali, indipendentemente dallo scopo di questa richiesta. Apple, come in passato anche confermato da Tim Cook, ritiene tuttavia che la legittima richiesta di sicurezza non possa andare a detrimento della privacy dei consumatori.