iOS si avvicina al suo primo vero restyling, così come lasciano intendere le sibilline ipotesi di Jonathan Ive dalle pagine del The Wall Street Journal. Il sistema operativo mobile diverrà più fresco, leggero, minimalista e integrato. E, per raggiungere questo scopo, dirà progressivamente addio allo skeumorfismo. Un fatto che ha alimentato le più svariate speculazioni sul Web, soprattutto fra i detrattori, pronti ad accusare iOS di essere troppo “vecchio” per la modernità dei giorni nostri. Un’interessante analisi di Wired USA, tuttavia, dimostra come sia ancora la piattaforma di Cupertino l’ambiente digitale con cui i competitor debbano scontrarsi e confrontarsi.
Qualche giorno fa Thorsten Heins, CEO di Blackberry, ha sostenuto il superamento del look & feel di iOS, considerato ormai un dinosauro del mondo degli smartphone. A fargli eco Chris Weber di Nokia, convinto che il focus sulle app voluto da Apple e Android sia vetusto. Eppure l’esistenza di sistemi operativi mobile alternativi non può prescindere dall’attuale predominio “morale” di iOS e di quello “effettivo” di Android, i due environment digitali più graditi dagli utenti. In altre parole, iOS funziona: l’ecosistema delle applicazioni non subisce freni e la facilità di utilizzo – unita anche a elementi più limitanti come il walled garden di Cupertino – non ha pari sul mercato.
Mentre i competitor si sgolano per sminuire il software targato mela morsicata, è Brian Blau di Gartner a spiegare perché iOS sia ancora il termine di paragone per l’intera industria, a sottolineare come le dichiarazioni della concorrenza appaiano più come strategie disperate di rimonta che critiche dotate di effettiva significatività:
«Mantenere un’interfaccia semplice ed efficace è la chiave per il design di una buona UI. È quella semplicità, combinata con il profondo ecosistema di sviluppatori e app, che ha consegnato a iOS la sua forza fra gli utenti».
Unico sistema operativo mobile a prova di anziano e di bambino, sfruttabile senza skill pregressi e trasversale a tutte le età e i ceti sociali, iOS funziona perché immediato e autoevidente. L’utente non si trova confuso dall’interfaccia – si pensi all’impatto visivo iniziale con Windows Phone 8 – e nemmeno deve impostare opzioni avanzate come spesso accade nel mondo Android, quest’ultimo molto apprezzato dagli utenti “advanced” ma non sempre alla portata di quelli entry-level. Sarà forse un approccio “vecchio” – sebbene sul carro della distribuzione app vi siano saltati allegramente tutti, anche i critici Blackberry e Nokia – ma funziona. Ed è probabile che questo approccio, in via di snellimento con una grafica minimalista “à la Ive”, rimanga tale ancora per molto tempo. Così sostiene Denys Zhadanov, CEO di Readdle:
«Le persone hanno familiarità con questa tecnologia, quindi la maggioranza degli utilizzatori non deve essere istruita su come utilizzarla. Se Apple implementasse qualcosa di estremamente differente in termini di UI e di user experience, dovrebbe procedere con molta cautela, perché ci sarebbero milioni di persone da rieducare.»
Milioni di utenti, quelli che forse mancano a piattaforme autoproclamatesi “più cool di iOS”.