Gli accordi tra Apple e l’industria editoriale, in corso per portare quotidiani e riviste su iPad, sembrano ancora in alto mare. La proposta economica di Cupertino non è gradita agli editori che, a quanto pare, vorrebbero guadagni più elevati per la loro presenza su App Store.
L’offerta di Apple è molto semplice e, come ormai consuetudine, segue il modello di successo già in atto per le applicazioni e iAd. Cupertino metterà a disposizione tutto il proprio know-how tecnologico, in cambio di una trattenuta sugli introiti. Si parla di cifre vicine al 70% conferito agli editori e il 30% nelle casse targate Mela: un contratto, questo, più vantaggioso rispetto agli altri di App Store, dove le percentuali sono del 60 e 40 percento.
A conti fatti, si sta ripetendo lo stesso iter che, anni fa, ha coinvolto il mondo della musica. Inizialmente le case discografiche erano decisamente restie ad apparire su iTunes Store, tanto da imporre severissimi lucchetti DRM ai brani. Le pressioni di Cupertino per la rimozione dei blocchi, però, hanno dato nuovamente vita al settore, rendendo iTunes il negozio virtuale più frequentato e, ovviamente, più redditizio.
Lo stesso sembra accadere per le riviste digitali. I maggiori publisher sono a digiuno di Internet e multimedialità e, per questo, non sembrano molto convinti di ottenere successo. Il loro obiettivo, infatti, è di trattenere il 100% degli introiti: una richiesta, questa, che appare illegittima, soprattutto perché Apple fornirà hardware, hosting, supporto e piattaforma di vendita. Pretendere che Cupertino, a conti fatti, preveda un servizio pro-bono appare impensabile.
La riluttanza degli editori, però, rischia di mettere a rischio il loro stesso business: con la diffusione di social network e fonti alternative d’informazione online, l’ennesimo ritardo dei media ex-tradizionali potrà trasformarsi in un vero e proprio fallimento. Con buona pace di tutte quelle società, forse, troppo ingorde.