Continua la guerra tra Apple e Proview Technology in Cina per l’utilizzo esclusivo del nome iPad. Mentre sul territorio cinese sono già iniziati i sequestri del tablet di Apple e Proview si appresta a bloccarne l’export, Cupertino rilascia dichiarazioni al fulmicotone al China Daily. La querelle sembra molto lontana dal trovare una soluzione.
Il background della causa legale è ormai ampiamente conosciuto: Apple ha acquistato i diritti esclusivi da Proview per l’utilizzo del brand iPad, quest’ultima tuttavia si è aggrappata a un cavillo giudiziario che renderebbe nulla la compravendita. Per essere effettivo, infatti, il contratto si sarebbe dovuto sottoscrivere all’interno dei territori della Cina continentale, anziché a Taiwan e Hong Kong.
«Abbiamo acquistato da Proview diversi anni fa i diritti sul marchio iPad per 10 differenti nazioni. Proview si rifiuta di onorare l’accordo con Apple e una corte di Hong Kong ha già sentenziato a favore di Apple.»
Queste le dichiarazioni della Mela, che tutto sembra fuorché pronta a cedere il marchio. Negli scorsi giorni sono arrivate le minacce di abbandonare i distretti produttivi cinesi a favore di quelli brasiliani, un fatto che metterebbe di certo in crisi l’economia della zona. Oggi il timore che Proview, azienda vittima delle congiunture negative dell’economia mondiale, possa rivendere il marchio ancora prima che la causa sia finita. Apple, infatti, è in attesa del processo d’appello.
«Apple è preoccupata che il marchio iPad sia venduto ancora prima della fine del processo, quindi ha richiesto alle corti di Hong Kong di proibire a Proview questa possibilità. La radice della disputa è ravvisabile in Apple, che ha sottostimato le complicanze della legge in Cina. Questa causa è un avvertimento alle compagnie affinché ci pensino due volte prima di investire all’estero.»
Così si è espresso un avvocato dalla parte di Proview sempre sul China Daily. Qualora le corti, orientate normalmente a salvaguardare i produttori locali, respingessero l’appello di Apple, Cupertino non avrebbe altra via che cambiare il nome al dispositivo per l’oriente o, semplicemente, pagare gli 1,5 miliardi di dollari che Proview stessa ha richiesto.