Ci sono prodotti che vengono ricordati per il loro brand e non per la loro denominazione generica. Basti pensare all’Aspirina, alla Bialetti, ai Lego, al Moulinex, alla Nutella, ai Kleenex e a molti altri: tutti nomi commerciali entrati nell’utilizzo comune e sostituiti alle loro reali denominazioni, ovvero l’antinfiammatorio, la moka, i mattoncini colorati, il frullatore da cucina, la crema al cioccolato e i fazzoletti di carta. Secondo una recente ricerca, lo stesso avviene per la tavoletta magica di Cupertino: quando si chiede alle persone comuni di definire il concetto di tablet, l’unica risposta che si riceve è iPad.
È quanto emerge da un’inchiesta riferita da Mae Anderson per l’Associated Press, che ha confermato come iPad sia diventato talmente universale da definire un’intera categoria merceologica. Un fatto comprovato anche da Abt Technology, grande distributore di prodotti elettronici di Chicago, che da decenni ha a che fare quotidianamente con centinaia di clienti:
«Per la maggioranza della persone, l’idea di tablet è dominata da iPad. (Apple) ha fatto nascere l’intera categoria e l’ha portata al successo.»
La ricerca, che ha analizzato la portata di altri marchi di successo come Xerox, Kleenex, Google e via dicendo, dimostra l’ennesimo vantaggio competitivo di Apple sul mercato: quando il consumatore identifica una categoria merceologica con il nome specifico di un prodotto, significa che sarà maggiormente propenso all’acquisto di quest’ultimo qualora gli fossero mostrate delle alternative. Un po’ come succedeva per quegli spot anni ’80 sui detersivi per il bucato, dove la casalinga sceglieva il fustino di marca blasonata anziché quello sconosciuto, lo stesso avviene per iPad. Il device è “l’unico tablet” disponibile sul mercato secondo l’idea del consumatore medio, tanto che quando si illustrano alternative come il Galaxy Tab di Samsung le reazioni sono tra il diffidente e il sorpreso. Certo, questo sistema funziona solo con le persone comuni e non con i geek ultratecnologici, sicuramente ben informati su tutte le alternative disponibili in vendita.
Così come accaduto a Google con il nome diventato addirittura un verbo, tutti dicono “Ho googlato il mio nome” mentre nessuno ricorre a “L’ho bingato/yahooato”, iPad è diventato sinonimo di tablet, tanto che vi sono consumatori che affermano di “possedere un iPad” anche quando fra le mani hanno una tavoletta di qualsiasi altro produttore. Lo dimostra Mary Schmidt, una executive manager di 58 anni di Baltimora da tempo utilizzatrice di iPad, l’emblema del cliente medio incapace di fornire un singolo nome di un tablet non fabbricato da Cupertino:
«Quando penso ai tablet, penso a iPad. Credo diverrà il nome generico, Apple è arrivata per prima.»
Il segreto di questo successo targato Mela, tuttavia, non risiede solo nel vantaggio temporale nell’introduzione del device, ma anche dallo studio intelligente del marchio stesso. iPad è una parola facilissima da ricordare, elegante da leggere e facilmente adattabile alla pronuncia di ogni lingua mondiale. Lo stesso non avviene per i competitor, dove la lunghezza di Samsung Galaxy Tab o di Asus Eee Pad Transformer Prime diventa addirittura ostica per la memoria della clientela. In definitiva, un’altra vittoria dalle parti di Cupertino.