Un iPad può salvare una vita. È questo il risultato di un’interessante sperimentazione condotta in un ospedale universitario del Regno Unito: l’abbinamento di un iDevice alle normali attività dei medici permetterebbe di ridurre i tempi di diagnosi e di cura, abbassando di conseguenza il tasso di mortalità. Se per molti il tablet di Apple non è altro che uno strumento di intrattenimento, i test dimostrano come la tecnologia mobile possa essere applicata per migliorare la salute, soprattutto se utilizzata in modo intelligente.
L’esperimento è avvenuto all’ospedale della James Cook University, a Middlesbrough nel North Yorkshire, dove ai medici sono stati consegnati degli iPad e degli iPod Touch di quinta generazione per sostituire la documentazione cartacea dei pazienti. L’obiettivo quello di creare un network locale di dati, sufficientemente smart per monitorare di continuo le condizioni dei malati e segnalare eventuali valori anomali, consentendo un intervento tempestivo che altrimenti non sarebbe possibile.
Il programma inizia con l’inserimento delle informazioni vitali del paziente tramite iPad o iPod Touch, anziché la compilazione della normale cartella cartacea. Grazie a uno speciale software, il sistema elabora automaticamente delle analisi sullo stato fisiologico del paziente, inoltrando poi degli avvisi sulla base dei punteggi d’allerta stabiliti a livello nazionale dal NHS, il servizio sanitario britannico. Sfruttando un network locale, gli specialisti possono in qualsiasi momento accedere alle informazioni sul malato – anche da remoto – e condividere quanto di riportato con altri medici. Il tutto per velocizzare la corretta diagnosi di una patologia, ma anche per assicurare un intervento fulmineo qualora i segni vitali della persona in cura dovessero improvvisamente peggiorare. Sparse per l’ospedale, inoltre, vi sono delle speciali docking station per poter ricaricare al volo i dispositivi portatili.
Il progetto è parte di un fondo di 1 milione di sterline raccolto dalla South Tees Hospitals NHS Foundation Trust e la sperimentazione avrebbe già confermato esiti davvero promettenti. Così spiega Tricia Hart, presidente esecutivo della fondazione:
«Il beneficio chiave del sistema è la più rapida identificazione del peggioramento del paziente, che nei siti pilota è corrisposta a una riduzione del tempo di permanenza in ospedale o in rianimazione, oltre che a un calo della mortalità. Tutti elementi che portano un grande beneficio sia ai pazienti che agli specialisti.»
Cominciato soltanto lo scorso 23 giugno, il progetto ha raggiunto la piena collaborazione del personale medico. Sono bastati soltanto tre giorni, infatti, affinché l’intero ospedale diventasse digitale e dicesse finalmente addio alla carta. La tecnologia continuerà a essere vagliata in questa struttura universitaria e, se avrà il successo sperato, verrà allargata ad altri nosocomi del Regno Unito.