Quando ormai mancano soltanto poche ore all’annuncio ufficiale dell’iPad 3 (o iPad HD), una estrema suggestione prende forma sulla base di una serie di indizi lasciati sulla strada nell’avvicinamento al nuovo device. E la suggestione è quella che aggiunge un nuovo senso alla vista ed al suono: il tatto.
La suggestione è quella di un iPad che sappia restituire all’utente una precisa sensazione tattile sulla base del contenuto toccato sullo schermo. Il polpastrello, insomma, diventerebbe una periferica sensibile, in grado di avvertire rugosità e rilievi invece della sola superficie planare, fredda e liscia, messa fin qui a disposizione di qualsivoglia tablet sul mercato (iPad antecedenti compresi).
Poco importa se il nuovo iPad avrà connettività LTE o meno, poco importa se avrà una migliore o peggiore fotocamera: se la suggestione tattile fosse confermata, per la tavoletta non ci sarebbero più rivali poiché questo nuovo elemento potrebbe rappresentare un punto di rottura fondamentale, una svolta nuova ed ulteriore che andrebbe a scavare un nuovo gap rispetto alla concorrenza. Del resto, una volta raggiunta la definizione “retina“, a livello di immagine non si può più fare troppo: soltanto il 3D può cambiare il modo di “guardare” lo schermo. Ma a questo punto è venuto il momento di “toccare”. Ed è in effetti esattamente questo quanto indicato nell’invito Apple ai giornalisti per l’evento odierno:
«Abbiamo qualcosa che dovete assolutamente vedere. E toccare»: criptico al punto giusto, ma anche velatamente descrittivo. E Pocket Lint si sente pertanto di poter sbilanciare il pronostico: la killer application del nuovo iPad sarà nella tecnologia “Feel Screens” sviluppata dalla Senseg.
La Senseg è una azienda finlandese fondata soltanto 5 anni or sono e fin da subito vicina a grandi nomi: confermata una collaborazione con “un produttore di tablet di Cupertino”, nota la vicinanza con Toshiba, intrigante il finanziamento proveniente dalla “Ambient Sound Investments” fondata dal team Skype. La rivoluzione che insegue è quella relativa alla produzione di schermi in grado di riprodurre una sensazione tattile su tablet, smartphone e qualsivoglia superficie touchscreen, rendendo così maggiormente precisa, immersiva ed emozionale l’esperienza interattiva.
Se tra poche ore Tim Cook confermerà l’ipotesi, per utenti e sviluppatori si apre un mondo del tutto nuovo: l’iPad diventerebbe un tablet estremamente più ricco, in grado di restituire un nuovo tipo di output e tale per cui anche le applicazioni ospitate potranno far leva su questo tipo di funzionalità aggiuntiva. Giochi e cataloghi, effetti di scorrimento o semplici click: ogni singolo aspetto dell’azione sull’interfaccia può risultarne modificato, migliorato, rivoluzionato.
Al momento è soltanto una suggestione, una delle tante suggestioni che anticipano un lancio di questo tipo. Ma è una suggestione basata su indizi precisi: una fantascienza che prima o poi diventerà realtà, forse fin dall’evento odierno. E, quando accadrà, succederà con conseguenze dirompenti.
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