Tra le varie novità del keynote su iPhone 4S, una di queste è passata in sordina: il supporto alle connessioni micro-USB per tutti i dispositivi iOS. Come è possibile, dato che anche la versione avanzata di iPhone 4 e tutti gli altri iDevice sono dotati di un normale connettore dock? Naturalmente con il comodo adattatore, così come similarmente avviene per il Connection Kit di iPad. Ma sul Web montano già le proteste, perché lo strumento non sarà fornito in abbinato con il melafonino né con gli altri prodotti, bensì venduto separatamente al prezzo di 9 euro.
Di primo acchito, si potrebbe pensare che sia lecito far pagare un tool aggiuntivo per iPhone 4S e gli altri dispositivi, soprattutto quando questo elude la dotazione di base dei device. Ma in questo caso il discorso è molto più complesso, perché la presa micro-USB non è una feature che Cupertino ha riservato ai propri utenti più esigenti, bensì una precisa richiesta dell’Europa.
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Come accennato qualche tempo fa, il Vecchio Continente ha deciso di rendere l’entrata micro-USB lo standard universale per gli smartphone, con il proposito di semplificare la vita dell’utente ed evitare il proliferare indiscriminato di caricabatterie, che nella maggior parte dei casi si trasformano in rifiuti.
Apple ha da sempre cercato di contrastare il trend della standardizzazione, perché non vuole rinunciare al proprio dock e, ovviamente, nemmeno imporre ai partner per la produzione di accessori un cambio repentino delle loro linee. Come ovvio attendersi, Cupertino ha adottato la soluzione del convertitore, ma in molti si stanno domandando se sia corretto far pagare al consumatore una funzione di cui Apple dovrebbe provvedere di tasca propria, visto che imposta dall’alto su tutti i produttori di dispositivi mobile che agiscono all’interno del territorio europeo. Che la Mela stia facendo passare per una feature una mancanza, ovvero l’assenza di una micro-USB prevista direttamente sui suoi smartphone?