I prezzi che Apple sceglie per i propri dispositivi sono sempre al centro di mille polemiche e non solo per l’alto costo. Non sarebbe l’alto prezzo in sé a destar problemi – è indubbio che i prodotti targati Mela siano curati e longevi, la spesa iniziale di certo viene ammortizzata nel tempo – quanto delle policy di vendita curiose e diverse da nazione a nazione. Con la pubblicazione dei prezzi di iPhone 5 in versione unlocked per gli Stati Uniti, sui social network è montata una lecita polemica: perché una simile disparità con i paesi europei, soprattutto in Italia?
Apple ha lanciato proprio ieri iPhone 5 unlocked – ovvero privo di contratti con l’operatore – sul suo store statunitense, a un prezzo di partenza di 649 dollari. 499,8 euro al cambio odierno, circa 200 euro in meno rispetto alla stessa versione italiana, in vendita a 729 euro. Da dove deriva questa disparità?
Certo, l’economia statunitense è decisamente più salda di quella italiana e Apple ha tutto l’interesse affinché il suo melafonino venda a furor di popolo in patria più che all’estero, soprattutto quando per estero si intendono maggiori costi, più tasse o normative stringenti. Oltre al trasporto, infatti, per l’Italia vi è la limitazione del balzello dell’equo compenso e l’IVA maggiorata, recente introduzione governativa come misura anticrisi. Ma oltre 200 euro sembrano essere fin troppi anche per queste imposizioni.
In realtà, vi sarebbe un altro fattore da tenere in considerazione. Secondo il sentire di molti, Apple sarebbe da sempre orientata a un tasso di conversione 1:1 per i prodotti distribuiti in Europa, così 100 dollari diventano 100 euro sebbene il loro valore sia intrinsecamente diverso. Considerando il prezzo di lancio statunitense di 649 dollari e convertendolo in 649 euro, un esborso economico di 729 euro avrebbe quindi perfettamente senso – pur rimanendo nella logica della Mela – al netto dell’IVA e dell’equo compenso. Per contro, gli italiani possono godere di contratti con gli operatori spesso più concorrenziali rispetto alle proposte oltreoceano di AT&T e Verizon, ma questo non è di per sé sufficiente a giustificare le disparità perpetrate dalla Mela. Non resta che attendere l’unificazione globale di tutti i listini o, cosa questa più probabile, la partenza di un amico o di un parente per un viaggio negli States.