La storia dell’iPhone 5 smarrito in quel di Los Angeles si arricchisce di un nuovo capitolo: dopo le smentite ufficiali di un portavoce delle forze dell’ordine, infatti, ecco arrivare il retro fronte da parte delle autorità. Le ultime dichiarazioni parlano infatti di «tre o quattro agenti» che avrebbero assistito due dipendenti Apple nelle ricerche, confermando dunque l’esistenza di un prototipo di iPhone 5 in circolazione.
La ricerca avrebbe condotto al numero 500 di Anderson Street, ove il colosso di Cupertino avrebbe localizzato il dispositivo mediante sistemi di tracciamento della posizione via satellite. Due incaricati della Mela (tra i quali figurerebbe anche Tony Colon, investigatore del gruppo statunitense), accompagnati da alcuni agenti della polizia di San Francisco, avrebbero dunque perquisito l’appartamento di Sergio Calderon, senza però individuare in alcun modo il prototipo della quinta generazione del Melafonino.
Lo stesso Calderon avrebbe poi confermato il tutto, aggiungendo che soltanto i due dipendenti Apple avrebbero esplicitamente richiesto di perquisire l’appartamento, cercando di non oltrepassare il sottile confine che separa le indagini investigative dal diritto alla privacy dei cittadini USA. Sulla vicenda restano tuttavia ancora una serie di interrogativi, in primis quello riguardante l’assenza del caso tra i registri della polizia di San Francisco: la motivazione potrebbe essere legata al mancato intervento diretto da parte degli agenti, avendo essi esclusivamente fornito supporto agli impiegati Apple senza colpo ferire.
Le ultime dichiarazioni ufficiali della SFPD confermerebbero dunque il nuovo caso di iPhone smarrito prima che potesse giungere sul mercato, consacrando il nuovo scivolone da parte della società di Cupertino, già alle prese con un caso simile lo scorso anno. A differenza del primo episodio, però, questa volta non sembrano esservi testimonianze fotografiche che possano confermare con certezza il ritrovamento e, soprattutto, svelare in anteprima le caratteristiche del nuovo iPhone. Per Apple resta tuttavia l’imbarazzo per una situazione già di per sé scottante, che diventa clamorosa nel momento in cui giunge in seguito ad un precedente caso analogo.