Può piacere, può non piacere, ma sicuramente non esalta gli investitori: la nuova gamma di iPhone presentata da Apple, contrassegnata dalla duplice offerta iPhone 5S e iPhone 5C, non solo non ha rilanciato le azioni AAPL, ma ha anzi traghettato il valore più in basso di 2,5 punti percentuali in una sola seduta. Appare evidente, insomma, la ritrosìa di Wall Street di fronte ad un gruppo che, chiamato a stupire, non ha invece saputo imprimere l’immagine della “next big thing” a chi deve pesare i propri portafogli.
iPhone 5S e iPhone 5C rappresentano una maturazione ed una evoluzione dell’offerta di Cupertino: il primo migliora l’offerta dell’iPhone 5, il secondo ne differenzia le caratteristiche per creare una dicotomia di fatto nuova nel paniere dei prodotti del gruppo. E mentre il primo alza ulteriormente il prezzo rispetto agli anni passati, il secondo lo abbassa puntando ad offerte concordate con gli operatori. La miscellanea che ne esce sembra però aprire più a nuovi rischi che non a nuove opportunità, e questo la Borsa lo ha avvertito fin dal primo minuto.
A fine seduta le azioni già perdevano il 2,28%, scendendo sotto quota 500 per assestarsi a 494,64 dollari; nell’after-hour nessun rimbalzo, e l’inerzia della caduta ha sancito un nuovo -0,22% in attesa dell’apertura odierna.
Nessuna caduta eccessivamente preoccupante, è chiaro: il valore torna ad essere quello di inizio anno, quello precedente al picco che ha portato le azioni oltre la mirabolante soglia dei 700 dollari. Per certi versi trattasi di un sano riassestamento, anzi. Di fatto, però, le azioni perdono oltre 2 punti percentuali nel giorno in cui l’auspicio degli azionisti era quello di sentir proferire da Tim Cook quelle formule magiche che Steve Jobs sapeva portare all’interno dell’aura del mondo iPhone. Così non è stato: l’iPhone 5S piace, ma non stupisce, mentre l’iPhone 5C instilla qualche punto interrogativo in termini di design e di forza concorrenziale (nonché in termini di prezzo: un “low cost” che è tale più di forma che non di sostanza).
Saranno i dati di vendita a raccontare il seguito della storia, ma è evidente come l’assenza dell’ingrediente a sorpresa abbia favorito la compressione di un titolo azionario che sembra soffrire di un certo rallentamento nell’offerta e nelle potenzialità avvertite. Servirà forse l’arrivo di uno iWatch o di una iTV per ripristinare gli entusiasmi. O forse basterà convincere Wall Street del fatto che non serva più di tanto per confermare al mondo che l’iPhone rimane l’iPhone, a prescindere dal prezzo e dalla concorrenza altrui.