Apple ha finalmente rilasciato negli Stati Uniti il primo spot di iPhone 5S, modificando in parte l’anteprima mostrata durante l’evento di presentazione dello scorso settembre. E la società non gioca solo con l’alluminio della versione champagne – vero e proprio oro liquido – ma cerca di rendere il melafonino particolarmente sexy.
Il video promozionale, andato in onda lo scorso weekend sulle frequenze di Fox USA, mostra la nascita di un iPhone 5S oro, a partire dal sinuoso metallo liquido che fluttua e si anima sullo schermo. Ad accompagnare questo processo, che passo dopo passo evidenzia tutte le nuove caratteristiche del melafonino dalla fotocamera a Touch ID, una famosissima canzone del glam rock degli anni 2000.
Sono infatti i Goldfrapp ad aggiudicarsi l’onore e l’onere di sponsorizzare iPhone 5S con “Oh La La”, brano sbanca classifiche del 2005. La scelta della canzone è tutt’altro che casuale: non solo nel testo si ripete “dial up my number (“chiama il mio numero”), ma il focus su Touch ID è sincronizzato con il verso «I want to touch you, you’re just made for love», ovvero «voglio toccarti, sei fatto per l’amore».
Un video sexy, accattivante, che strizza l’occhiolino al consumatore alto-spendente quasi iPhone 5S fosse un abito di haute couture. Uno spot decisamente differente da quello di iPhone 5C, il melafonino in policarbonato che pare sia stato abbastanza snobbato dalla clientela, dove per protagonista vi è una lunga schiera di personaggi sui generis, pronti a urlare al mondo tutta la loro più colorita natura. Chissà cosa sarebbe successo se le sorti promozionali dei due melafonini si fossero invertite: i primi dati di vendita dimostrano come iPhone 5S sia uno smartphone in grado di vendersi da sé senza troppa pubblicità, è iPhone 5C ad aver disperato bisogno di una comunicazione televisiva ammiccante e sensuale.
Il montaggio video è pressoché identico, se non con una lieve riduzione di durata, a quello mostrato dal palco di Cupertino lo scorso 10 settembre, così come accennato poc’anzi. A cambiare proprio la colonna sonora: la prima versione, infatti, vedeva un accompagnamento d’archi e di un’austera base strumentale.