Il lancio dei nuovi iPhone 6 non avverrà prima dell’inizio di settembre, ma sul mercato asiatico appaiono già i primi cloni perfettamente funzionanti. A un anno di distanza si ripete la vicenda di iPhone 5C, quando diversi produttori asiatici ne hanno messo in vendita versioni Android copiate con mesi d’anticipo rispetto a Cupertino. I device odierni sono stati realizzati da Wico e Goophone e offrono uno sguardo, per quanto alla lontana, su quello che potrebbe essere il nuovo melafonino.
Il primo device in questione si chiama Wico i6: l’estetica ricalca alla perfezione i mockup e le scocche apparse online negli ultimi mesi, anche se lo spessore sembra essere lievemente più importante rispetto a quello effettivo di iPhone 6. Lo smartphone monta uno schermo da 4,7 pollici con risoluzione da 1.704×960 pixel a 320ppi, un processore ARM quad-core, un chip grafico Mali-400 e vede una capacità di storage di 32 GB. Il sistema operativo è Android KitKat 4.4.2, modificato nella GUI per risultare in tutto e per tutto simile a iOS 8.
La particolarità di questo dispositivo, di cui non è ancora noto il prezzo né la disponibilità al di fuori dell’Asia, è l’assenza di loghi o marchi che potrebbero lasciar facilmente riconoscere il clone. A un occhio poco attento, infatti, il device potrebbe essere scambiato per un iPhone 6 autentico.
Il secondo smartphone è invece stato prodotto da Goophone, società salita agli onori della cronaca tecnologica lo scorso anno per il rilascio di una copia in tutto e per tutto identica a iPhone 5C. Il dispositivo, chiamato Goophone 6, sarà venduto dal primo agosto e vede tra le caratteristiche hardware un processore Mediatek quad-core, una risoluzione a schermo da 960×540 pixel, una fotocamera posteriore da 13 megapixel, 1 GB di RAM e uno storage di base di 8 GB. A differenza del modello precedentemente illustrato, presenta il logo della società cinese in sostituzione della tipica mela morsicata.
Non è dato sapere come Apple risponderà alla distribuzione di questi cloni, in palese contrasto con la protezione della proprietà intellettuale del gruppo di Cupertino. Difficilmente però, almeno in Cina data la legislazione vigente, i due device verranno ritirati.