Aggiornamento: un secondo test di caduta, coraggiosamente portato a termine da Android Authority, non ha evidenziato invece danni di sorta, smentendo l’esperimento indicato qui.
Non sono incoraggianti le notizie che provengono sul fronte della resistenza degli iPhone 6, i due nuovi melafonini da oggi in vendita in alcune nazioni selezionate del globo. Fatta eccezione per la simpatica caduta accidentale del primo acquirente australiano, in un video già diventato virale, c’è chi ha già provveduto a eseguire degli elementari drop test. A quanto pare, il vetro rafforzato agli ioni introdotto da Apple non è così resistente come preventivato: entrambi i device si infrangono al contatto con il suolo, con una caduta da medie altezze.
A condurre questi singolari esperimenti ci ha pensato la redazione di PhoneBuff, immortalando il tutto in un filmato già molto cliccato su YouTube. Protagonisti due iPhone 6, sia in versione da 4,7 pollici che da 5,5, andati in frantumi alla primissima caduta subita. E sui social network monta il terrore fra gli utenti della mela morsicata: i nuovi smartphone non saranno fin troppo delicati?
I primi test sono stati realizzati con un iPhone 6 da 4,7 pollici, fatto cadere al suolo con diverse angolazioni – frontale, posteriore e laterale – all’incirca dall’altezza dell’addome. Sebbene non sia stata misurata la distanza effettiva della caduta, si tratta di una condizione normale e frequente: è normalmente quella l’altezza di utilizzo di uno smartphone quando si è in piedi o si cammina. Scontrandosi con il suolo sul retro e di lato, il melafonino riporta solo comprensibili graffi e ammaccature. Sul fronte, pur rimanendo il terminale perfettamente funzionante, il vetro si infrange irrimediabilmente, tanto da sollevarne il profilo laterale dalla scocca.
I risultati sono tutto fuorché migliori per iPhone 6 Plus: un device che, nonostante le dimensioni, appare ancora più delicato. È sufficiente una caduta di lato per rivenire grandi crepe dall’angolo inferiore sinistro dello schermo, un successivo impatto frontale distrugge completamente il vetro protettivo, sempre sollevandolo dalla scocca. Eppure, qualche settimana fa, i drop e i MOHS test condotti sul pannello frontale avevano assicurato una resistenza incredibile, tanto che per infrangere la superficie si è reso necessario l’incontro ravvicinato con le ruote di un’automobile.
Ovviamente, questi esperimenti vanno comunque presi con le pinze, poiché non hanno un’effettiva rilevanza statistica: nella realtà, sono molte altre le variabili in gioco durante una caduta e non è detto che tutte portino alla rottura di scocca e pannello superiore. Vi è comunque la magra consolazione dell’integrità delle componenti interne dopo lo schianto, tanto che i melafonini possono essere usati nonostante le numerose crepe.