Terminato il primo weekend di vendite per i nuovi iPhone 6S, con la cifra record di 13 milioni di esemplari distribuiti, è il momento delle recensioni e dei teardown. Dopo i test di resistenza della scocca e la gran parte delle componenti interne analizzate da iFixit, è oggi il turno del processore A9. A quanto pare, sia Samsung che TSMC sarebbero state confermate fra i fornitori ufficiali di Apple per il neonato chipset. Eppure, sembra che fra le due aziende vi sia una differenza non da poco: i processori prodotti dal colosso sudcoreano, infatti, sono del 10% più piccoli. Il merito sarebbe da imputare a tecnologie di fabbricazione più avanzate rispetto a quelle del rivale.
A fare la singolare scoperta i ricercatori di Chipworks, pronti a svelare come Apple abbia optato per una doppia configurazione degli A9 inseriti negli iPhone 6S, a seconda del fornitore. Gli esemplari prodotti da Samsung, infatti, sarebbero del 10% più piccoli rispetto a quelli di TSMC, un fatto che tuttavia non modifica le altre componenti hardware in dotazione degli smartphone e, a quanto pare, nemmeno le performance.
La versione sudcoreana del processore vede la denominazione APL0898, mentre quella di TSMC la APL1022. La differenza di dimensione lascia ipotizzare Samsung abbia fatto ricorso a un processo di fabbricazione a 14 nanometri, mentre il concorrente di Taiwan uno da 16. Chipworks sta ora conducendo dei test per stabilire se, anche impercettibilmente, i due diversi processori possano determinare delle performance altrettanto variegate. Un’eventualità considerata molto remota, mentre a variare potrebbe essere il consumo energetico, di solito direttamente proporzionale alla grandezza.
Considerando come online si siano rapidamente moltiplicati i benchmark di un gran numero di dispositivi, e come questi non dimostrino difformità di sorta fra i tanti esemplari in circolazione, è probabile la velocità di elaborazione e le capacità di calcolo rimangano le medesime. Al momento, inoltre, non è dato sapere come siano stati suddivisi gli ordini fra le due aziende, quindi nemmeno note sono le percentuali di fornitura per l’una o per l’altra realtà asiatica.