Riflessione semplice semplice: chi ha il coltello dalla parte del manico? TIM e Vodafone servono ad Apple oppure l’iPhone serve a TIM e Vodafone?
Da questo semplice bivio passa tutto quel che sta succedendo in Italia a proposito dell’iPhone. Perchè la risposta sembra scontata: è Apple ad aver bisogno di Vodafone e TIM.
Vodafone e TIM in Italia hanno una mucca da mungere apparentemente all’infinito: sulle chiamate praticano prezzi e offerte spesso contestati, sugli SMS hanno creato una fortuna, e tutto ciò senza che mai l’authority per la concorrenza abbia battuto ciglio. Il duopolio quasi evidente (in cui 3 gioca il ruolo di terzo incomodo e Wind fa quel che può per accaparrarsi parte della torta) non è in discussione e gli spazi di manovra in tal senso sono estremamente limitati.
Ora: cosa può dare l’iPhone a TIM e Vodafone? Valore aggiunto? Siamo certi? Nell’Italia degli SMS il traffico dati può davvero ad oggi rappresentare un valore aggiunto reale? TIM e Vodafone sono più lieti di vendere “vitamine” per community interne o preferiscono forse perdere la propria utenza vedendola trasmigrare su Facebook, MySpace e similari?
TIM e Vodafone all’iPhone possono dare tanto: possono darvi vetrine, punti vendita, spazi vitali per raggiungere l’utenza nostrana. In cambio chiedono però di dettare le regole. E di qui i prezzi praticati, buoni solo a scoraggiare anche i più temerari e tali da annichilire ogni velleità di boom per il telefonino con la mela. Il gioco delle parti, addirittura, forse vieta ai carrier nostrani di sbilanciarsi in qualsiasi rivoluzione: il mercato va bene così com’è, perché mai rischiare una mossa che potrebbe destabilizzare l’odierna gallina dalle uova d’oro?
Nel frattempo le reazioni alle tariffe dei due maggiori operatori nazionali sono state pessime. A titolo esemplificativo è utile riportare il chiaro risultato del sondaggio condotto da Webnews:
Da Settembre, però, arriverà anche 3 Italia. Qui il discorso è differente, e tra il carrier e la mela potrebbe sorgere un feeling che con TIM e Vodafone potrebbe invece non scoccare (anche se al momento siamo solo nella fase delle promesse e dei proclami, utili più che altro a rallentare il mercato altrui in attesa di sfoderare le proprie armi).
L’iPhone in Italia poteva “trovare l’America”, invece probabilmente dovrà passare, almeno inizialmente, momenti difficili. Così, almeno, stando alle sensazioni della vigilia. Dall’11 luglio in poi parlerà il mercato: ed è quella l’unica vera voce in grado di partorire sentenze.