I dati raccolti dall’applicazione Salute di un iPhone diventano la prova chiave per risolvere un caso di stupro e omicidio. È quanto sta accadendo in questi giorni in Germania, dove un uomo è sospettato di aver violentato e ucciso una giovane di soli 19 anni, gettando poi il cadavere in un fiume. Gli investigatori, sfruttando i dati di movimento raccolti dall’applicazione di Cupertino, sono infatti riusciti a ricostruire abbastanza fedelmente gli spostamenti del presunto colpevole.
Il caso è avvenuto nei pressi di Friburgo, dove una giovane diciannovenne è stata prima violentata e poi uccisa. A seguito del ritrovamento del corpo in un corso d’acqua, gli investigatori hanno analizzato le immagini di alcune telecamere di sorveglianza, identificando un sospettato. Nonostante i filmati in possesso, mancavano però varie informazioni per poter ricostruire con sufficiente completezza i fatti, dati che sarebbero poi emersi dall’analisi forense dello smartphone del possibile colpevole.
Così come sostiene il Welt, poi ripreso da Motherboard, al momento non è noto quale modello di iPhone sia protagonista della vicenda, né come gli investigatori siano riusciti a ottenervi accesso. Stando alle ricostruzioni, infatti, il sospettato avrebbe rifiutato di fornire i propri codici d’accesso, quindi l’accusa si sarebbe rivolta a un’azienda specializzata di Monaco per lo sblocco del device.
Dall’analisi delle informazioni salvate dalle applicazioni Salute, lo smartphone ha registrato un’intensa attività fisica in concomitanza con la presunta aggressione. In particolare, l’app ha riportato uno sforzo fisico rilevante, sebbene identificato come “salire le scale”, che risulterebbe compatibile con l’occultamento del cadavere. Per poter gettare quest’ultimo nel vicino fiume, infatti, il sospettato pare abbia dovuto scavalcare un argine in muratura. Sebbene altri dettagli non siano stati svelati sulla stampa, gli inquirenti avrebbero sfruttato questa e altre informazioni per ricostruire passo per passo i movimenti dell’uomo, identificandone non solo il percorso, ma anche l’intera durata dell’azione.
Non è dato sapere, almeno al momento, se in sede di processo queste prove verranno effettivamente accettate, anche perché lo sblocco di un device senza il consenso del proprietario rimane un ambito incerto, con grande variabilità da un Paese all’altro in base alle normative vigenti. In ogni caso, Apple non raccoglie nessuna informazione sui sui server, ma i salvataggi dell’applicazione in questione, inaugurata nel 2014 con il rilascio di iOS 8, avvengono unicamente sul device approfittando di uno storage sicuro e isolato da eventuali malintenzionati esterni.