Apple non molla: la sfida con Cisco è aperta e il nome ‘iPhone’ è l’oggetto della contesa. La sfida non è tecnologica nè concorrenziale, ma tutta di stampo legale ed inerente all’entità astratta della sequenza di lettere componente il marchio registrato. Cisco ha mostrato le proprie carte: iPhone è un trademark ereditato da Infogear, registrato, tutelabile. Ma Apple potrebbe avere argomenti validi, ancora, nella fondina.
A quello che appare essere un grossolano errore strategico, ora Apple deve porre rimedio: l’accordo non ha portato i gruppi ad un avvicinamento, così a Cupertino potrebbero provarci con la forza tentando di smontare il marchio rivale. Il tentativo non appare semplice. Secondo Craig Mende, un esperto del settore sentito da CNet, Apple potrebbe far leva sulla “i” iniziale, la quale contraddistingue ormai a doppio filo la famiglia dei prodotti Apple. Così come “Mc” è ormai un sinonimo dei panini McDonald, la “i” è sinonimo della produzione di Cupertino ed il nome “iPhone” sarebbe giocoforza ricollegato, nei processi mentali dell’utenza, ad un telefono Apple.
Grace Han Stanton, per contro, non crede nel valore di questa impostazione in quanto già altri prodotti userebbero la “i” (iLink, iBoat), il che non autorizza dunque Apple ad una esclusiva sulla vocale: la tesi di Mende, insomma, è troppo debole. Quel che appare evidente a questo punto è il fatto che le posizioni sono sempre più arroccate su posizioni avverse e difficilmente si potrà giungere ad una soluzione accomodante. Emerge, inoltre, la volontà iniziale di Cisco di rendere interoperabile il proprio iPhone con quello Apple in cambio della titolarità del nome. Al rifiuto giunto da Apple lo scontro è divenuto inevitabile. Dunque i puntini sulle “i” sarà un giudice a metterli.