La ricerca di mercato condotta dal gruppo danese Strand Consult parla chiaro. Non soltanto iPhone non è stato una gallina dalle uova d’oro per gli operatori mobili, ma addirittura per qualcuno è stato un fardello.
Per raggiungere queste disarmanti conclusioni, la società di consulenza ha tenuto in considerazione i seguenti fattori:
- Apple vende iPhone a prezzo pieno;
- Apple pretende una percentuale sui profitti derivanti da iPhone (per esempio, sugli abbonamenti telefonici);
- Gestire dispositivo e utenti è una perdita di tempo e soldi per i carrier.
Il problema è che Apple ha fatto in modo di detenere gran parte del business nelle proprie mani, rendendo di fatto i carrier meri rivenditori di connettività e telefonia. A loro, per farla breve, non ha lasciato neppure le suonerie, le applicazioni e la vendita di musica online; e poiché tutto passa per iTunes, di quei profitti i gestori non vedono neppure l’ombra di un centesimo.
Da quando esiste iPhone, affermano presso Strand Consult, nessun operatore ha visto crescere il proprio market share né i profitti. In buona sostanza, se c’è stato un “effetto iPhone”, è stato solo per le casse di Cupertino. E se a questo aggiungiamo le ingenti spese di aggiornamento delle infrastrutture e gli sconti che normalmente vengono praticati agli utenti in cambio di contratti biennali (tranne Tim e Vodafone in Italia, casi unici), appare chiaro che i conti potrebbero non tornare. Certo, un cliente irretito da iPhone è un cliente che resterà per due anni o forse più con il gestore che ha l’esclusiva: ma teniamo a mente che l’utente in questione è fidelizzato all’iPhone, e non all’operatore. Come dire: quando (e questa sembra la tendenza) chiunque venderà iPhone, gli utenti lo seguiranno avendo come unico riferimento la propria convenienza. Si chiama libero mercato.