La disputa sul marchio iPhone si chiude con un pareggio: dopo l’ennesimo rinvio nessuna delle due parti è riuscita a spuntarla ma entrambe concordano su uno sfruttamento comune del diritto sul nome e comunicano in giornata il lieto fine ad una vicenda che aveva messo in pericolo il progetto Apple fin dal primo minuto.
Quella di Apple è sostanzialmente una vittoria perchè è riuscita a scalfire le pretese Cisco in poche settimane. L’accordo è sicuramente più complesso dell’assenso formale allo sfruttamento del trademark, ma i termini sono rimasti confidenziali e le parti in causa non hanno fatto sapere soprattutto se la stretta di mano abbia anche avuto una valutazione economica.
Quel che è certo è il fatto che ora le parti si impegnano ad una collaborazione comune alla ricerca di eventuali sinergie tra le due diverse produzioni, ipotesi che però al momento non delinea alcuna applicazione pratica all’orizzonte (l’iPhone di Apple, peraltro, è ancora lontano dall’approdo sul mercato). Per il gruppo di Cupertino la vittoria acquisita disgrega solo uno dei problemi maturati dopo l’affrettato annuncio dell’iPhone: alcuni problemi legali sono previsti in relazione all’interfaccia e nel contempo la concorrenza sembra essersi concretizzata in quantità notevole con vari dispositivi del tutto simili all’iPhone pronti a far capolino sul mercato nel breve periodo (tra tutti emerge il telefono di LG e Prada).
Il marchio iPhone, prima di Infogear e poi di Cisco, è oggi anche di Apple: le parti si impegnano a sfruttarlo nei rispettivi ambiti lasciando cadere ogni questione legale con la controparte. L’accrocchio potrebbe generare confusione tra gli utenti meno informati, ma al tempo stesso potrebbe essere foriero di ipotetiche soluzioni future comuni: i pochi dettagli comunicati lasciano aperta ogni possibilità.