Il melafonino del futuro sarà finalmente privo di ogni problema di scarsa autonomia. È quanto sembra suggerire una possibile partnership tra Apple e Intelligent Energy, una società specializzata in accumulatori fuel cell, per una rivoluzione delle batterie di iPhone e MacBook. Lo smartphone del futuro sarà a idrogeno?
La tecnologia fuel cell, ovvero delle batterie a combustibile come idrogeno e ossigeno, è decisamente nota nel settore automobilistico, dove da anni sono al vaglio dei motori verdi e ad alta efficienza. Anche l’universo dell’elettronica guarda da tempo con curiosità all’innovazione, anche se molti sono i limiti di una simile tecnologia per il mobile, almeno in queste fasi embrionali.
Stando a quanto riportato da una fonte del Daily Mail, Intelligent Energy avrebbe di recente acquisito da una terza società, Eveready, degli importanti brevetti per batterie fuel cell adatte ai dispositivi elettronici. Sarebbe quindi pronta a realizzare dei prototipi in collaborazione con un’importante “compagnia elettronica internazionale”, probabilmente Apple. Le due società, infatti, pare intrattengano da anni fitti rapporti, tanto che l’ex dirigente Joe O’Sullivan ha lasciato Cupertino, dopo ben 15 anni, proprio per unirsi al chipmaker esperto di approvvigionamento elettrico. La stessa Mela nel 2010 e nel 2011 ha registrato alcuni brevetti dedicati ai sistemi fuel cell, sebbene mai tradotti in prodotto reale, e usa estensivamente questa novità per alimentare parte dei suoi data center nella Carolina del Nord.
Passeranno ancora diversi anni, però, prima che un iPhone con batteria all’idrogeno arrivi sul mercato. Facendo riferimento ai prodotti già in vendita dalle terze parti – caricatori esterni per dispositivi mobile, dal costosissimo prezzo – i limiti che Cupertino deve superare non sono affatto pochi. Innanzitutto la dimensione delle batterie, solitamente molto estesa e quindi poco conciliabile con la sottigliezza record dei prodotti tascabili o portatili del gruppo. Poi i prodotti di scarto: qualora il combustibile scelto fosse l’idrogeno, il processo di generazione dell’energia produce acqua o al limite vapor acqueo. Come supererà l’azienda californiana questi ostacoli? La risposta non arriverà a breve.