Nuovi intoppi per Apple sulla questione dei vecchi iPhone rallentati, sebbene nelle ultime ore l’azienda abbia diramato un comunicato di scuse e fornito agli utenti soluzioni per risolvere velocemente ogni problematica. Dopo le class action depositate negli Stati Uniti e in Israele, nonché le richiede avanzate dalle autorità sudcoreane, è ora la Francia a muoversi. Un’associazione d’Oltralpe ha infatti avviato una causa preliminare presso le corti locali, per verificare che il gruppo di Cupertino non abbia violato i diritti dei consumatori.
A renderlo noto è Reuters: secondo quanto pubblicato dall’agenzia di stampa, l’associazione HOP avrebbe deciso di depositare una formale richiesta alle corti francesi, per verificare la legalità delle limitazioni messe in atto da Cupertino. Il gruppo, attivo contro le politiche di obsolescenza programmata dei dispositivi, è noto per aver avviato lo scorso mese una simile causa nei confronti di Epson.
Come già spiegato più volte nel corso degli ultimi giorni, Apple ha implementato un sistema di limitazione dei picchi CPU per gli iPhone meno recenti, pronto ad agire quando la batteria non fornisce più fisiologicamente i livelli di energia attesi dal device. Una scelta, così come l’azienda ha avuto modo di spiegare, pensata per evitare spegnimenti improvvisi dei device, assicurando a tutti un’esperienza priva di intoppi. In molti, però, si sono lamentati della mancata comunicazione preventiva agli utenti, tanto che diversi consumatori potrebbero essere stati indirettamente indotti a cambiare smartphone per prestazioni ridotte, senza ipotizzare una semplice sostituzione delle batterie.
Stando a quanto riferito da HOP a Reuters, la legge francese dal 2015 include il concetto di obsolescenza pianificata: le norme di difesa dei consumatori, infatti, vietano ai produttori di introdurre soluzioni che possano intenzionalmente accorciare la durata dei dispositivi, spingendo i proprietari stessi all’upgrade. Al momento, non è però dato sapere se il sistema voluto da Apple rientri pienamente in questa casistica, poiché l’interpretazione è dubbia. Da un lato vi sarebbe infatti la questione della limitazione delle performance a detrimento dei consumatori, dall’altro la riduzione del carico della CPU estende, anziché accorciare, la longevità delle stesse batterie. Sempre Reuters sottolinea come, in caso il gruppo di Cupertino fosse ritenuto colpevole, le multe possono arrivare fino al 5% di tutti i guadagni annui ottenuti nel Paese.