Gli utenti iPhone godono di una percentuale di guasti e sostituzioni dei loro device inferiore rispetto alla concorrenza, ma sono molto più esposti al rischio di furto. È questo il risultato di una ricerca condotta dalla società di assicurazioni ProtectCell, condotta nel corso dell’ultimo anno.
La società negli ultimi anni ha venduto ben 2 milioni di assicurazioni per smartphone e tablet negli Stati Uniti, quindi ha deciso di condurre un follow up per capire gli usi, e i fastidi subiti più frequenti, degli utenti. Dai dati raccolti, gli iPhone sarebbero più resistenti rispetto ad altri prodotti sul mercato: lo schermo ha un tasso di sostituzione di 11 punti percentuali inferiore, ad esempio, sia perché evidentemente più resistente sia poiché i possessori tendono a proteggere meglio il device, con custodie e pellicole ad hoc. Lo stesso vale anche per i danni da contatto con liquidi, cortocircuiti e difetti meccanici. Ma se sul fronte della qualità costruttiva dai melafonini si ottengono sonni tranquilli, così non è su quello delle “sparizioni misteriose”.
Così come la ricerca dimostra, i possessori di un iPhone sono più inclini a subire furti o a perdere inspiegabilmente il loro dispositivo, tanto che la percentuale è addirittura di 65 punti maggiore rispetto ad altre proposte del mercato. Le motivazioni sono diverse, ma la principale riguarda lo status e il valore che iPhone ha fra il pubblico. Il prezzo di un melafonino rivenduto tende ad abbassarsi in modo molto lento nel tempo e, nonostante Android sia la piattaforma più diffusa, sul mercato della ricettazione iPhone non ha rivali. Quindi, data l’ingente domanda illegale, non è così improbabile vedersi sottrarre un telefono con la mela morsicata.
Con iOS 7, Apple ha inserito dei nuovi blocchi all’attivazione, compresa la capacità di reset remoto, come deterrente al furto dei terminali prodotti dall’azienda di Cupertino. Il sistema, essendo collegato all’Apple ID e a una password specifica, teoricamente impedirebbe a un ladro di ripristinare allo stato di fabbrica il device, rendendo così impossibile la rivendita. Ma, a quanto pare, esisterebbero già dei tool per superare questa limitazione.