iPhone X: Foxconn accusata di sfruttamento

Esplode la polemica su Foxconn, che starebbe impiegando 3000 studenti per assemblare iPhone X facendoli lavorare illegalmente, per soddisfare la domanda.
iPhone X: Foxconn accusata di sfruttamento
Esplode la polemica su Foxconn, che starebbe impiegando 3000 studenti per assemblare iPhone X facendoli lavorare illegalmente, per soddisfare la domanda.

Foxconn nuovamente al centro della bufera per il trattamento riservato ai lavoratori cinesi: il principale fornitore asiatico di Apple starebbe arruolando studenti stagisti per assemblare più iPhone X possibili, facendo fare loro straordinari illegali in base alle leggi in Cina. Lo riferisce il Financial Times che getta Foxconn ancora una volta sotto le accuse, confermate da Apple con un commento ufficiale.

Sarebbero 3000 gli studenti della Zhengzhou Urban Rail Transit School a lavorare nell’impianto di Foxconn destinato alla produzione di iPhone X. La polemica è esplosa quando sei giovani stagisti hanno raccontato di lavorare per ben 11 ore al giorno nella fabbrica di Zhengzhou, in Cina, con l’obiettivo di assemblare più dispositivi possibili. “Personalmente ho assemblato fino a 1.200 fotocamere dell’iPhone X al giorno”, ha spiegato una studentessa di 18 anni.

Gli studenti in questione avrebbero fra i 17 e i 19 anni e a quanto pare sono stati costretti a svolgere tale lavoro, poiché posto loro come requisito essenziale per ottenere il diploma. Si specifica che, secondo i racconti, un lavoro del genere in fabbrica non avrebbe nulla a che fare con il percorso di studi scelto.

Apple e Foxconn hanno commentato l’accaduto ammettendo la presenza in fabbrica di diversi studenti tirocinanti che hanno effettivamente svolto straordinari per assemblare iPhone X, ed entrambe le società annunciano che saranno presto presi dei provvedimenti a riguardo. Nello specifico, Apple dichiara in una nota che i tirocinanti hanno lavorato volontariamente, sono stati retribuiti e hanno ricevuto diversi benefit, nonostante “non avrebbero dovuto essere autorizzati a lavorare fuori orario” in base alla normativa vigente in Cina. Il commento di Foxconn è identico a quello della casa di Cupertino: “il lavoro era volontario ed è stato ricompensato nel modo giusto. Gli stagisti hanno però fatto degli straordinari, in violazione alle nostre politiche interne”.

La scuola in questione si è invece rifiutata di fornire un commento quando contattata dal Financial Times. Si ricorda che il governo cinese vieta agli studenti di lavorare per oltre 40 ore alla settimana.

Foxconn fatica a stare al passo con la domanda successivamente a ritardi nella produzione dell’ultimo smartphone con la mela morsicata: l’alta domanda e alcuni problemi di fornitura avrebbero portato il fornitore cinese a impiegare circa 300.000 persone per l’assemblaggio di iPhone X e 3.000 studenti, ma a quanto pare ciò non sarebbe sufficiente. Essendo insolitamente difficile da assemblare, iPhone X ha infatti causato a Foxconn ed Apple ulteriori problemi e potrebbe per questo essere la causa di una forte diminuzione degli utili Apple evidenziata durante l’ultimo trimestre.

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