iPhone X potrebbe essere meno costoso l’anno prossimo. Si vocifera che Apple ne stia valutando un taglio di prezzo a causa del fatto che non se ne vendano abbastanza unità negli Stati Uniti, a Singapore, in Taiwan e in altri mercati importanti. Lo rende noto DigiTimes, il cui rapporto arriva subito dopo le previsioni di diversi analisti che hanno indicato come la domanda del melafonino top di gamma sarà più bassa nel primo trimestre del 2018, proprio a causa del prezzo elevato a cui viene venduto.
Trattandosi di indiscrezioni, non è certo che Apple decida di abbassare davvero il prezzo dell’iPhone X e non è noto di quale ribasso si stia vociferando: al momento, il nuovissimo smartphone ha un costo di partenza di 1189 euro e qualora dovesse accadere non ci si dovrà aspettare un costo simile a quello di altri dispositivi come OnePlus 5T, in vendita a soli 500 dollari circa. Il report di DigiTimes suggerisce inoltre che anche iPhone 8 e iPhone 8 Plus potrebbero diminuire di prezzo poiché avrebbero registrato vendite poco soddisfacenti proprio a causa dell’attesa per iPhone X.
I mercati meno performanti sarebbero Taiwan, Singapore e il più importante per Apple, ovvero quello degli Stati Uniti. Con una riduzione di prezzo, ad esempio di 50 dollari/euro o più, le vendite dei dispositivi potrebbero aumentare in modo esponenziale. Apple non è nuova a tagli di prezzo dei propri iPhone, ma lo fa solitamente in prossimità dell’arrivo di un modello di nuova generazione; sarebbe pertanto insolito un ribasso dei nuovi device a pochi mesi dal lancio, ma una operazione simile è stata fatta per rinvigorire le vendite di iPad nel 2017 dunque tutto potrebbe accadere. Del resto, le preoccupazioni degli analisti potrebbero riflettere quelle della casa di Cupertino qualora l’apparente calo della domanda di mercato si rivelasse veritiera.
Gli analisti di JL Warren Capital si aspettano che nel primo trimestre del 2018 le spedizioni di iPhone X passeranno dalle 50 milioni di unità previste a circa 25 milioni. Tali previsioni hanno hanno causato un calo delle azioni AAPL in borsa e anche di alcuni suoi fornitori.