Ipodah.net è la prima reazione francese a quella che è la famigerata Hadopi. La Francia, infatti, ha adottato una norma estremamente restrittiva nei confronti di quanti fruiscono del Web per scaricare materiale illegale: al terzo avviso la disconnessione dalla Rete è infatti permanente. Le polemiche attorno all’Hadopi sono state moltissime e incentrate su molte discrasie di cui la norma si fa portatrice. Ciò nonostante il dispositivo di legge è passato e, a distanza di poche settimane, l’utenza ha iniziato ad attrezzarsi. La prima ipotesi è legata ad una VPN.
Il blod Ipodah.net (segnalato da Stefano Quintarelli), fa riferimento ad un servizio, attivo dai primi di Maggio ed oggi in beta test, che propone agli utenti la creazione di una Virtual Private Network in grado di mascherare completamente i dati del navigatore, permettendo così libera azione sul Web al di fuori dei limiti imposti dalla Hadopi. Il servizio si prefigge un futuro a pagamento, ma al momento il beta test a invito sta soltanto mettendo alla prova il sistema per valutarne la tenuta e l’efficacia.
In prova però, v’è anche la tenuta di fronte alle pressioni che le istituzioni potrebbero apportare. Suggerisce Quintarelli: «la Hadopi ha competenza anche sui fornitori di VPN? Ovvero, gli intermediari che sono obbligati a quanto disporrà la Hadopi, sono solo i “fornitori di accesso” (ISP) o per “fornitori al pubblico di accesso a servizi di comunicazione online” si intende anche i fornitori di VPN? (Ipodah). Nel secondo caso, la Hadopi manderà la comunicazione a Ipodah e costoro vi si dovranno attenere come qualunque ISP. Se invece Ipodah non fosse considerabile un fornitore sotto l’autorità di Hadopi, dovrà comunque fornire i dati, ma solo su provvedimento di un giudice e nell’ambito di un processo, di fatto “disinnescando” la Hadopi». Quest’ultimo caso è particolarmente interessante poiché introduce un elemento che aggira la norma e riporta alla normalità la situazione, lasciando nelle mani delle autorità ogni azione giudiziaria nei confronti degli utenti scoperti in violazione delle norme.
Ipodah spiega ripetutamente sul blog di non voler rappresentare una incitazione al reato, di non voler attirare le attenzioni delle istituzioni, né di essere un progetto studiato per violare la legge. Ciò nonostante la critica contro la Hadopi è chiara e schietta: «La legge crea un organismo che sarà l’intermediario tra i beneficiari e gli abbonati sospettati di scaricare opere protette da copyright». L’autorità (HADOPI), spiega il blog, viola il diritto francese ed europeo poiché agisce senza che vi sia stato un equo processo a carico degli imputati: la disconnessione è immediata e non prevede un giudizio al di fuori di quelli che sono gli indizi raccolti tramite gli ISP.
Non solo: Ipodah ricorda come sia facile per un utente esperto nascondere il proprio IP ed emulare l’identità desiderata. L’Hadopi, pertanto, «colpisce solo il piccolo pirata della domenica e innocenti cittadini». L’ultimo appello prima della consacrazione definitiva dell’Hadopi è previsto per il 19 Giugno, termine massimo entro il quale verrà valutata la costituzionalità della norma. Se non vi saranno rilievi, la strada sarà spianata ed entro il 2010 arriveranno le prime disconnessioni coatte.
In Spagna, nel frattempo, ci si sta muovendo con fare preventivo. Mariano Rajoy, leader del Partido Popular, ha diffidato il premier Zapatero dall’adozione di normative che possano anche solo trarre ispirazione dalla dottrina Sarkozy. La diffida anticipa qualsiasi decisione in tal senso, promettendo stregua battaglia contro ogni norma che tenti di aggirare gli organismi della giurisprudenza con decisioni imposte dalle autorità amministrative.
In Italia il sentimento appare differente. L’occhiolino strizzato a Sarkozy non è mai stato celato. Solo le elezioni imminenti hanno congelato la situazione, ma entro breve l’argomento potrebbe tornare al centro del confronto tra politica e tecnologia.