Una ricerca Screen Digest emette una sentenza forte e supportata da numeri espliciti: entro il 2009 la cosiddetta IpTV vedrà una autentica esplosione della propria diffusione e, soprattutto in paesi quali Francia e Italia, diventerà un fenomeno di assoluta importanza. La ricerca si basa sui dati raccolti in 16 paesi dell’area europea e concerne l’evoluzione sia dello strumento in sé che della tecnologia che ne fa da supporto: mezzo informatico e banda larga.
Secondo Screen Digest entro il 2009 8.7 milioni di persone avranno regolarmente in casa l’IpTV, il che significa un mercato pari al 10% circa dell’attuale mercato delle tv satellitari o comunque non tradizionali (in Italia, Francia e Spagna, però, tale percentuale potrebbe essere doppia). Tale prospettiva è supportata da dati quali la crescita del 66% degli abbonati nei soli primi sei mesi del 2005, oppure dal fatto che già oggi la Francia possa contare su 280.000 abbonati (suddivisi tra France Telecom, Free Telecom e Neuf Telecom) contro i 190.000 italiani (concentrati in Fastweb).
In Italia, in particolare, già si parla di un immediato bacino potenziale di 4 milioni di utenti appena Telecom Italia completerà la fase di test prima del lancio della propria ambiziosa offerta. Tale evoluzione del mezzo comporterà due ordini di conseguenze distinti. Da una parte infatti vi sono le novità che il tutto potrà comportare dal punto di Internet in riferimento a broadband, strumentazione informatica, approccio di nuova utenza allo strumento. Dall’altra vi sono tutte le conseguenze legate al mezzo televisivo, ove i canali tradizionali diverranno sempre più “poveri”, ove il digitale terrestre subirà un ulteriore declassamento, ove la pay-tv potrebbe uscire dal semplice pacchetto satellitare. Entro il 2009, insomma, un piccolo terremoto mediatico potrebbe sconvolgere non pochi equilibri.