Blitz della Guardia di Finanza ai danni di una delle più importanti e radicate reti clandestine internazionali autrici della diffusione delle cosiddette IPTV del “pezzotto”, il modo in cui viene chiamato in gergo questa soluzione che permette di guardare i contenuti delle pay tv illegalmente a cifre ridotte rispetto all’abbonamento legale. Tramite piattaforme illegali tra Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Calabria venivano proposti agli utenti pacchetti che al loro interno includevano Sky, Dazn, Mediaset, Netflix e altri servizi, per un giro d’affari di svariati milioni di euro. Sulla base del numeri di abbonati illegali il gruppo arrivava ad incassare fino a 15 milioni di euro al mese.
La GdF infligge un altro duro colpo alle IPTV illegali
Secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine, l’operazione ha consentito di azzerare un buon 70% del flusso streaming non autorizzato. Nel registro degli indagati sono state iscritte dalla Procura di Milano in tutto ventidue gestori delle piattaforme: nei loro confronti l’accusa è di associazione per delinquere, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riproduzione e diffusione a mezzo internet di opere dell’ingegno. Nel frattempo dovranno pagare una multa compresa tra 2.000 e 25.000 euro. Nell’operazione sono stati coinvolti questa volta anche i clienti, si parla in tal senso di almeno 500mila utenti, molti dei quali sarebbero già stati individuati e rintracciati. Per loro al momento è prevista solo una multa di circa 1.000 euro ciascuno. In futuro si vedrà caso per caso: di fatto, alcuni rischiano anche pene fino a quattro mesi di detenzione.
L’organizzazione era di tipo piramidale e spesso si trovavano a collaborare tra loro persone che nemmeno si conoscevano, tanto erano distanti dalla punta della struttura. In pratica, i vertici dell’organizzazione acquistavano degli abbonamenti legali per la fruizione di contenuti come film, Serie TV e partite di calcio, ma tramite un’infrastruttura tecnologica, trasformavano le stesse trasmissioni in flussi audio/video informatici, che a loro volta venivano messi a disposizione di una rete di rivenditori, che a loro volta rivendevano agli utenti finali. La fruizione avveniva tramite i cosiddetti “pezzotti”, apparecchiature apposite per la ricezione, oppure tramite app per dispositivi come smartphone, tablet e smart Tv. Il costo di un abbonamento mensile tarocco era di circa 10 euro.
L’operazione fa seguito a un’altra già realizzata nel 2020 che aveva portato allo smantellamento, tra le altre cose, di una struttura denominata Cybergroup, molto nota nel mondo della pirateria per la diffusione illegale dei palinsesti delle pay TV, e ad altre eseguite lo scorso anno. Nel maggio del 2021 la polizia postale di Catania, coordinata dal Servizio polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, aveva per esempio provveduto ad oscurare 1.500.000 abbonamenti illegali alle IPTV. Andando invece un po’ più indietro nel tempo, ma rimanendo sempre nell’ambito delle operazioni anti pirateria più importanti degli ultimi anni, impossibile non citare anche quella che videro sequestrare e oscurare la piattaforma informatica Xtream Codes, alla quale erano collegati oltre 700 mila utenti. All’epoca vennero anche emessi otto ordini europei di indagine nei confronti di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale emessi dalla Procura di Napoli ed eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria. Anche in Italia diverse le perquisizioni in corso con l’obiettivo di smantellare le centrali del network ed aggredirne i rilevanti proventi illeciti.