Il Governo iraniano ha deciso di bloccare l’accesso ai social network ed in particolare ad Instagram ed a Telegram. Trattasi di una scelta pensata per “mantenere la pace” durante le proteste. Il Paese, infatti, sta vivendo un periodo molto delicato della sua storia caratterizzato da molti scontri e proteste civili. Proteste iniziate a causa delle diseguaglianze economiche del Paese ma che poi sono sfociate in veri e propri scontri. Secondo le autorità, i social network sarebbero stati utilizzati per coordinare i piani e condividere foto e video delle manifestazioni.
Purtroppo, non è la prima volta che le piattaforme sociali ed i servizi di mesaggistica vengono silenziati in alcuni Paesi per bloccare la libertà di espressione a favore delle attività di Governo. In particolare, in Iran non è la prima volta che Telegram viene bloccato. La possibilità di poter inviare conversazioni cifrate e dunque protette, non è mai piaciuta al Governo che vorrebbe avere maggiore controllo sulle comunicazioni. L’applicazione è diventata un modo popolare per gli utenti del Paese di comunicare e condividere informazioni durante le elezioni del 2016. Proprio per questo, il Governo iraniano aveva chiesto che i servizi di messaggistica simili a Telegram dovessero utilizzare server dislocati all’interno del Paese.
Instagram non ha voluto commentare l’accaduto, mentre Pavel Durov, fondatore di Telegram, è intervenuto in maniera molto dura difendendo la libertà di parola, evidenziando, comunque, che all’interno della piattaforma non sono ammessi contenuti violenti e che la società è stata sempre in prima linea per offrire a tutti un trattamento paritario ed equo senza favorire nessuno.
Il blocco, comunque, dovrebbe essere solamente temporaneo. Purtroppo, Internet ed in particolare i servizi di messaggistica ed i social network sono da sempre una spina nel fianco di molti Paesi estremisti che a causa della “velocità di Internet” non sono più in grado di manipolare a loro vantaggio l’informazione.