«@Twitter – Twitter è al momento il nostro SOLO modo per comunicare con costanza le notizie in Iran, per favore non portatelo offline». L’appello alla famosa piattaforma per il microblogging giunge dal profilo “mousavi1388” legato al candidato iraniano Mir-Hossein Mousavi Khameneh, risultato sconfitto alle recenti presidenziali dal contestato Mahmoud Ahmadinejad, e testimonia le grandi difficoltà di comunicazione in Iran a causa della recente stretta della censura. Per non dar voce alle proteste sulla controversa vittoria di Ahmadinejad, il governo iraniano ha provveduto negli ultimi giorni a limitare sensibilmente l’accesso al Web e ai principali social network.
Mentre per le strade del paese arabo infiamma la protesta dei supporter di Mousavi, le strade del villaggio globale sono state sottoposte a numerosi controlli confermando la linea dura imposta da Ahmadinejad, che già a poche settimane dal voto aveva disposto pesanti limitazioni per l’accesso a Internet e ai portali maggiormente utilizzati dagli iraniani per confrontarsi sui temi della campagna elettorale. Grazie all’utilizzo di proxy e di sistemi alternativi di connessione, il servizio di microblogging Twitter sembra resistere alla censura, consentendo agli attivisti e ai semplici cittadini di ricevere informazioni direttamente sul territorio e senza i filtri degli organi di stampa controllati dal governo.
Per ritrovare i tweet con gli ultimi aggiornamenti nel mare magnum di cinguettii di Twitter, è stata adottata la dicitura “#IranElection”. L’account “mousavi1388”, apparentemente legato allo staff del candidato sconfitto e che ha lamentato la presenza di numerosi brogli, fornisce informazioni in tempo reale sulle proteste indicando fonti indipendenti per approfondire gli ultimi sviluppi in Iran. Il topic “#IranElection” risulta essere il più utilizzato negli ultimi giorni su Twitter, seguito a poco distanza da “Tehran” e da “Iranians“. Per non interrompere il flusso di informazioni, la società del famoso social network ha confermato di aver rimandato di circa 24 ore una manutenzione già prevista da tempo.
Anche se più difficoltoso da utilizzare in Iran a causa delle limitazioni imposte dal governo, anche Facebook continua a offrire una valida soluzione per consentire ai supporter di Mousavi di rimanere in contatto e organizzare le iniziative di protesta. Il gruppo del candidato è ormai seguito da oltre 53mila sostenitori, e raccoglie intorno a sé non solo gli iraniani, ma anche i numerosi utenti del social network desiderosi di ricevere le ultime notizie e di solidarizzare con i loro amici che si battono per avere elezioni democratiche.
Sul fronte di FriendFeed sembrano invece giungere notizie meno confortanti. Il cofondatore del social network, Bret Taylor, ha da poche ore confermato in un post la drastica riduzione di accessi al sito web, indice di una probabile limitazione del servizio da parte delle autorità iraniane. Il numero di visitatori dall’Iran è aumentato sensibilmente nel corso degli ultimi giorni per poi arrestarsi di colpo e precipitare verso cifre trascurabili. Un duro colpo per gli utenti della Rete in Iran che utilizzavano FriendFeed per condividere immagini, post e considerazioni sulle proteste degli ultimi giorni in maniera massiva, tanto da diventare il sesto paese nella classifica dei maggiori utilizzatori del social network.
Chi riesce a collegarsi ai principali portali sociali, eludendo le maglie della censura, condivide online istruzioni e consigli per aggirare i controlli delle autorità iraniane e accedere così in libertà al Web. In Rete numerosi utenti da tutto il mondo hanno messo a disposizione le loro conoscenze per offrire proxy e soluzioni per collegarsi a Internet e sfuggire all’informazione assoggettata al controllo di Tehran.
Tale strategia consente agli utenti iraniani di accedere e utilizzare altri importanti servizi di condivisione online come Flickr e YouTube. Nel corso delle ultime ore si sono infatti moltiplicate le testimonianze visive sulle proteste in Iran e sulla dura repressione da parte delle forze governative. L’utilizzo di tag e topic consente di rintracciare rapidamente foto e video e di far conoscere anche al di fuori dei confini nazionali la situazione potenzialmente esplosiva che si è venuta a creare in Iran.
Nonostante gli sforzi delle autorità governative, la giovane popolazione iraniana (il 60% ha meno di 30 anni) si sta dimostrando molto attiva in Rete per coordinare il movimento di protesta contro Ahmadinejad e il controverso risultato delle urne. La spinta degli attivisti sul Web ha consentito a Mousavi di raggiungere livelli di popolarità insperati, eludendo le censure e la stampa fortemente condizionata dal governo, condizione che ha reso la sua leadership molto più spendibile anche al di qua dello schermo dove si giocherà la partita più importante per ottenere almeno il riconteggio dei voti.