Il fenomeno dei social networks ha coinvolto molti paesi e spesso ha trovato impreparati i genitori, che si trovano a dover fare i conti non solo con tecnologie a loro sconosciute, ma anche ad una vera e propria “forma mentis” completamente avulsa dalla loro.
In Irlanda, anzichè dare la colpa di tutto alla tecnologia “diabolica”, il Governo si è rimboccato le maniche ed ha prodotto un’interessante ed agile manuale indirizzato proprio ai genitori con lo scopo di intrudurli nel mondo in cui i loro figli vivono quotidianamente.
La guida spiega il funzionamento e la logica alla base dei siti di social networking e, senza demonizzarli, spiega quali comportamenti devono essere tenuti per evitare rischi. Si tratta peraltro spesso di indicazioni che rispondono al semplice buon senso, quale ad esempio il non diffondere su piattaforme pubbliche troppi dati privati (uno su tutti l’indirizzo di casa) o il non entrare in contatto diretto con persone sconosciute.
Avere un genitore che capisce cosa il figlio fa è fondamentale perchè quest’ultimo faccia uso corretto dello strumento. Lasciato solo potrebbe infatti cadere in pericolose trappole e vivere sgradevoli esperienze.
A questo proposito il vicino Regno Unito sta sperimentando un approccio diverso che prevede la creazione di un database nazionale nel quale convogliare tutte le informazioni sui condannati per reati sessuali su minori.
I genitori potranno, dato nome e cognome, verificare la presenza o meno della persona sulla lista e i vari social networks dovranno vietare l’iscrizione a chi tenta di registrarsi usando l’email associata alla persona presente nella lista.
Devo dire che trovo pressoché inutile un intervento di questo genere, dato che è facilmente aggirabile e non dà garanzia alcuna ai genitori. Il vero controllo, come detto prima, si opera direttamente sul proprio figlio, educandolo ad un uso corretto di internet proprio come lo si educa (dovrebbe educare) all’uso corretto dell’automobile, del cellulare, eccetera.
Per questo motivo penso che sia da preferire la soluzione educativa ed attiva Irlandese, rispetto a quella repressiva e di impronta più tradizionale del Regno Unito.