I cittadini irlandesi potranno navigare nel web con maggiore libertà, senza il timore di essere spiati dalle autorità: un report pubblicato dal Data Protection Commissioner punta infatti il dito contro il sistema introdotto nel 2010 per combattere la pirateria digitale online, chiedendone l’immediato blocco in quanto ritenuto illegale.
Tale sistema risulta essere sostanzialmente piuttosto simile all’Hadopi francese: gli ISP, guidati in tal senso dalle etichette discografiche e cinematografiche, hanno dunque pieno diritto di interrompere la connessione agli utenti che nel corso di uno specifico arco di tempo risultano aver violato il diritto d’autore delle stesse scaricando dal web materiale protetto da copyright. Tale progetto non ha però avuto un esordio felice, con circa 300 avvisi inviati ad utenti rivelatisi poi del tutto estranei alla vicenda.
L’accaduto ha dunque spinto il Data Protection Commissioner a scendere in campo per investigare sulla vicenda e, a distanza di diversi mesi, sono giunge le prime conclusioni: il sistema di filtraggio delle connessioni vìola il diritto dei cittadini irlandesi di navigare nel web in piena libertà, motivo per cui urge un tempestivo blocco delle misure di protezione messe in atto dai provider. TJ McIntyre, legale di Digital Rights Ireland, ha infatti sottolinea come ora «sia le corti che gli ufficiali del DPC stiano iniziando a comprendere l’importanza fondamentale del diritto degli utenti ad accedere ad Internet senza essere monitorati».
Se gli utenti potranno navigare online con maggiore tranquillità, però, la situazione sul fronte dei gestori dei siti web sembra destinata a farsi più complicata: nei primi mesi del 2012 potrebbe giungere infatti una nuova ordinanza da parte delle autorità competenti che permetterà ai provider di bloccare specifici siti web ritenuti illegali.