Gli Iron Maiden (o meglio, la holding della band Iron Maiden Holdings Limited) hanno citato in giudizio l’editore 3D Realms per il videogioco Ion Maiden, un fps dallo stile retrò lanciato in Early Access su Steam nel febbraio 2018 e il cui logo e merchandising, secondo l’accusa del gruppo heavy metal, creerebbe troppa confusione tra i consumatori.
Secondo la band britannica, il nome del gioco è stato sfruttato – senza autorizzazione – dagli sviluppatori per confondere i consumatori e far credere loro che Ion Maiden sia in qualche modo legato o approvato dalla band. Una strategia di marketing che evidentemente avrebbe generato maggior interesse per il gioco.
Di seguito un estratto della denuncia, presentata nel tribunale del distretto centrale della California il 28 maggio:
L’appropriazione indebita del convenuto e l’uso di un’imitazione praticamente identica del marchio Iron Maiden crea un rischio di confusione tra i consumatori. I clienti che vedono il videogioco e la merce di Defendant sono suscettibili di credere che Iron Maiden sia in qualche modo affiliato con Defendant
La holding ha portato sui banchi del tribunale anche alcuni esempi di giocatori o fan confusi in merito alla natura del gioco, che online avrebbero commentato così l’opera di 3D Realms: “esprimo sincera eccitazione per un videogioco Iron Maiden”, “tutto ciò che manca è una una colonna sonora degli Iron Maiden” o ancora “sto leggendo un articolo sul videogioco Ion Maiden in attesa di una connessione agli Iron Maiden”
3D Realms è stata anche accusata di aver copiato lo stile “steelcut” – registrato negli Stati Uniti nel 1984. Inoltre, secondo gli avvocati della band, anche il nome del protagonista del titolo Steam, chiamato Shelly Harrison, ricorda troppo da vicino quello di Steve Harris, uno dei fondatori del gruppo e compositore delle principali canzoni.
Gli Iron Maiden chiedono dunque 2 milioni di dollari di danni, più la cancellazione del dominio ionmaiden.com oppure che la proprietà dello stesso passi nelle mani della band.