Continua la nuova vita di webOS all’insegna dell’open source. Hewlett-Packard ha infatti annunciato la disponibilità del codice sorgente di Isis, il browser di default del proprio sistema operativo dedicato al mondo mobile, e del relativo motore di rendering basato su QtWebKit, cuore pulsante di numerose altre applicazioni di primo piano per la navigazione nel Web, disponibili entrambi sotto licenza Apache.
La scelta di utilizzare QtWebKit, spiegano gli sviluppatori HP sul blog ufficiale dell’azienda, è stata dettata dalla volontà di migliorare la compatibilità dell’intero sistema operativo nei confronti delle ultime tecnologie legate agli standard Web odierni. L’adozione di una simile soluzione, insomma, non solo ha migliorato le performance del browser stesso, ma ha fornito all’intera piattaforma un substrato software in grado di rendere webOS e le relative applicazioni capaci di sfruttare tutte le potenzialità offerte dai principali strumenti per lo sviluppo Web quali ad esempio HTML5 oppure CSS3.
Secondo i primi test effettuati dalla società, Isis risulta in grado di gareggiare i ntermini di performance con alcuni dei principali browser per dispositivi mobile, benché l’intero progetto necessiti ancora di sensibili miglioramenti a causa della giovane età dello stesso. La presenza di una serie di API permettono inoltre di realizzare componenti aggiuntivi utili per estendere le funzionalità di base del browser, il quale risulta essere privo ad esempio del Flash Player, ma che potrebbe presto utilizzarne un’apposita edizione realizzata per webOS per riprodurre nuove tipologie di contenuti multimediali online.
Il rilascio di Isis segue poi quello di Enyo, motore JavaScript reso open source alla fine dello scorso mese di gennaio, ed ha l’obiettivo di aprire le porte di tale software alla comunità di utenti e sviluppatori che nel tempo decideranno di abbracciare la causa di HP, permettendo di fatto a webOS di non finire nel dimenticatoio ma di proseguire il proprio percorso in qualità di software aperto.
Il messaggio di HP, insomma, è piuttosto chiaro: webOS continuerà ad esistere anche grazie agli utenti, cui viene chiesta maggiore partecipazione per realizzare una piattaforma mobile che possa un domani competere con i vari iOS, Android o Windows Phone.