Con il varo del collegato da parte del Consigli dei Ministri
lo scorso 15 novembre, il Governo ha
inserito nella Legge Finanziaria per il 2002 lequiparazione tra gli Internet
service provider (ISP) e gli operatori di telecomunicazione alternativi a Telecom Italia (OLO). Un provvedimento atteso
a lungo dai piccoli provider nazionali, che negli ultimi anni erano stati messi
in serie difficoltà dalla concorrenza dei grandi operatori alternativi, ai
quali Telecom Italia affittava le linee ad un prezzo più vantaggioso.
Ad esprimere la soddisfazione degli ISP minori è stata
lassociazione che li riunisce, Assoprovider,
che in un comunicato
ha definito questo «risultato molto positivo», in quanto restituisce ai piccoli
e medi attori «quanto a suo tempo una legislazione poco attenta alla concorrenza
e alle dinamiche di mercato aveva tolto». Assoprovider ha sottolineato come i
piccoli ISP siano fondamentali per costruire «una società dellinformazione
in Italia anche nelle zone più lontane dai grandi centri».
Un risultato sottolineato anche da Gian Luca Petrillo,
consigliere del Ministero delle
Comunicazioni, secondo il quale questo provvedimento «è un valido strumento
per contenere il digital divide. Lequiparazione tra ISP e OLO dovrebbe
avere anche il pregio di garantire una maggiore concorrenza, facendo in
modo che ai clienti vengano presentate offerte più vantaggiose in termini di
tariffe per la connessione e qualità dei servizi: «La concorrenza nellaccesso
alla Rete è indispensabile per garantire il libero accesso al mercato e la
qualità dei servizi distribuiti,» ha aggiunto Petrillo.
Unottima notizia, quindi, per tutta la comunità Internet
italiana. Una notizia che però rischia di restare soltanto un buon proposito.
Lequiparazione tra ISP e OLO era infatti già stata varata dallAutorità per le Garanzie
nelle Comunicazioni (AGCOM) presieduta da Enzo Cheli con una delibera del 10 ottobre
2001. Nella delibera, notificata a Telecom Italia il 23 dello stesso mese, si
imponeva alloperatore storico di telefonia di sottoporre entro 15 giorni
allapprovazione dellautorità il nuovo listino per laffitto delle
linee, identico sia per gli ISP che per gli OLO.
Eppure, a distanza di quasi un mese (i 15 giorni scadevano
il 7 novembre), del nuovo listino Telecom non cè traccia. Una constatazione
che ha spinto 32 tra i più importanti ISP nazionali, tra i quali McLink e Tiscali,
ad inviare una lettera aperta al presidente Cheli. Nella lettera si pone
laccento anche su un altro punto, quello dellHDSL: «nellanno 2000,» si legge
nella lettera, «lAutorità chiedeva (delibera 15/00/CONS) che
Telecom Italia predisponesse unofferta HDSL FLAT; dopo circa un anno si è
ancora in attesa che la stessa AGCOM si esprima per far rispettare quanto
sancito oltre un anno addietro».
Questa la situazione. Si attende un pronunciamento da parte
degli organi competenti per evitare che i buoni risultati degli ultimi giorni
non restino altro che pii propositi.