L’Istat ha pubblicato in giornata i dati relativi all’indice della produzione industriale in Italia. Dati in chiaroscuro, dati ancora una volta preoccupanti per taluni settori. Ed un dato su tutti sembra costringere le autorità ad una riflessione: è scesa in modo estremamente repentino la produzione di prodotti di elettronica.
Secondo l’Istat «A febbraio 2011 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,4% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre dicembre-febbraio l’indice è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente». Il dato risulta però fortemente differenziato nei vari settori d’analisi: «Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a febbraio 2011, una crescita tendenziale per i raggruppamenti dei beni strumentali (+6,5%) e dei beni intermedi (+3,5%). Diminuiscono, invece, del 3,0% per il comparto dell’energia e dell’1,1% per i beni di consumo».
Ma un dato su tutti si pone in evidenza per la sua particolare gravità: «Il settore che in termini tendenziali registra in febbraio la più ampia variazione negativa è quello della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-12,3%)». In un mercato ove la ripresa sembra aver coinvolto trasversalmente più o meno tutti i settori, pur con tutte le ricadute sull’economia dei fatti degli ultimi mesi, la produzione di computer sembra invece caduta in una parentesi nera particolarmente grave soprattutto in un paese ove già l’innovazione e l’informatizzazione crescono a tassi preoccupanti.