I dati ISTAT relativi al commercio al dettaglio indicano per il nostro paese la conferma di un trend di discesa che si fa sempre più pesante, ma allo stesso tempo fotografano il differenziale tra le varie categorie di prodotto.
Rispetto a maggio 2011, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del 2,0%, spiegata interamente dal calo delle vendite di prodotti non alimentari (-3,1%), mentre quelle di beni alimentari aumentano dello 0,2%.
Nel momento in cui la crisi inizia a mordere con maggior forza sui risparmi delle famiglie, infatti, i beni alimentari tornano a crescere mentre quelli non alimentari cadono pesantemente sulla base di differenti abitudini, differenti scelte d’acquisto e differenti strategie di risparmio. In questo quadro a salvarsi sembra essere in modo particolare il mondo dell’elettronica di consumo, vista evidentemente non più come “superflua” e parte integrante della vita quotidiana di ognuno.
Se a cadere sono infatti soprattutto abbigliamento, calzature e prodotti farmaceutici (tutti elementi essenziali, ma con una forte componente di superfluo a cadere sotto i colpi della stretta economica), le dotazioni per l’informatica, le telecomunicazioni e la telefonia scendono soltanto dell’1,4%, ben al di sotto della media del comparto non-alimentare.
-2,3% per gli elettrodomestici, -3% per libri e riviste, -6,8% per calzature e articoli da viaggio. Gli italiani, insomma, viaggiano meno e cercano rifugio nel digitale alla ricerca di una realtà più confortevole su cui riversare il proprio tempo e le proprie pulsioni.