Le tempistiche sono forse state più lunghe che nel resto d’Europa, ma gli italiani possono finalmente essere considerati un popolo di amanti dell’high-tech e del Web. La conferma giunge dall’ultimo rapporto pubblicato da Censis e Abi, secondo cui il 62% della popolazione italiana navigherebbe frequentemente in Internet. Ma non solo: in crescita l’utilizzo di dispositivi quali tablet e smartphone, così come di carte elettroniche per i pagamenti online e dei servizi di home banking offerti dagli istituti di credito.
La porzione di intervistati che ha evidenziato un’abitudine all’utilizzo del Web per controllare il proprio conto corrente oppure effettuare bonifici è salita infatti al 20%, ovvero tre punti percentuali in più rispetto ad un anno prima. Il passo in avanti è quindi lieve ma importante, a conferma di un trend in costante crescita. In aumento anche i pagamenti cashless, benché il contante resti ancora la forma di pagamento preferita dagli italiani. Coloro che invece preferiscono utilizzare soluzioni alternative, nel 41% dei casi fanno affidamento a carte di credito, mentre un italiano su tre preferisce invece i bonifici bancari.
Emblematico, poi, il quadro relativo agli acquisti in chiave tecnologica: mediamente ogni famiglia ha incrementato il budget a disposizione dei prodotti elettronici del 141%, mentre se si considera il solo settore della telefonia mobile si sale al 351%. Gli italiani, insomma, sono consapevoli della necessità di adeguarsi alla rivoluzione tecnologica in atto e sembrano accettare di buon grado tale paradigma, nonostante il periodo non sia particolarmente florido dal punto di vista economico. Il 28% degli italiani ha poi accantonato il proprio vecchio cellulare per passare ad un più moderno smartphone.
Gli italiani, insomma, continuano a mostrare un certo grado di diffidenza nei confronti di Internet e del mondo digitale, come dimostrano i dati relativi a coloro che ritengono indispensabile una maggiore tutela della privacy (54% del campione) oppure coloro che hanno sbrigato pratiche burocratiche online (soltanto il 6%), ma tutto sommato dimostrano di voler quanto meno tentare un approccio più aperto nei confronti della tecnologia. I dati sono infatti in genere in crescita rispetto al 2011 e ciò lascia ben sperare per il futuro.