Come se non bastassero i dati del Broadband Quality Score. Come se non bastassero i timori di Confindustria. Come se non fossero sufficienti i numeri del CNR. Una ennesima bocciatura grava sul Web italiano, ed è proveniente dall’Unione Europea. Il nostro paese, ancora una volta, è fotografato nel pieno delle proprie contraddizioni, con punte di eccellenza che si affiancano a vere e proprie vergogne tecnologiche. Ma questo dicono i numeri: l’Italia del Web non sa fare sistema, non cresce con omogeneità e le incongruità lasciate per strada rischiano di minare a fondo le opportunità di crescita del paese.
L’UE, all’interno del proprio Digital Competitiveness Report ed in seguito ad una consultazione pubblica sul tema, rileva tre punti critici in particolare: la copertura della banda larga, la penetrazione dell’ecommerce e l’uso del Web da parte dei privati. Nulla di nuovo, per la verità: sono queste situazioni che si protraggono ormai da tempo. Ma la gravità è proprio nella staticità della situazione: nulla cambia nonostante i moniti. Ed è così il paese si trova ad avere una copertura con tecnologia ADSL pari al 95.3% (al di sopra della media EU27, ma con il dato “drogato” dalle cosiddette “Mini ADSL” che rendono ben poco attendibile il valore del rilievo statistico), una penetrazione della banda larga al 19% della popolazione (al di sotto della media EU27) e con una percentuale di case connesse pari al 47% (molto al di sotto della media). Come anticipato dal CNR, solo le imprese sono sostanzialmente in linea con il trend europeo: a fine 2008 erano connesse nell’81% dei casi.
Il 37% della popolazione fa uso regolare del Web, il che ci posiziona in 23esima posizione sui 27 paesi monitorati. Il 50% degli italiani, peraltro, avrebbe mai avuto il minimo contatto con il Web ed anche in questo caso il paese si posiziona nelle retrovie. Gli acquisti sul Web sono l’ultimo dei pensieri: solo l’11% della popolazione ha già fatto esperienze d’acquisto (EU27: 32%); solo il 4% ha venduto qualcosa (EU27: 10%); solo il 30% cerca informazioni pre-acquisto (EU27: 50%); solo il 23% adopera strumenti di banking online (EU27: 29%). I dati non migliorano in quanto a lettura di notizie online, ricerca di informazioni sulla salute, ascolto di radio in Rete ed altro ancora.
I dati fanno parte di un documento interno all’iniziativa i2010. Lo studio mette fianco a fianco i vari paesi per stabilire le linee comuni di crescita da intraprendere. Curioso è il fatto che gli italiani, benché scarsamente propensi alla Rete, siano invece alquanto affezionati ai blog: «4 utenti su 5 leggono blog», il che va confrontato con il 60% degli Stati Uniti. A livello europeo il 65% degli utenti legge blog ed 1 su 4 vi contribuisce attivamente.