L’Italia del web manifesta pesanti segni di ritardo e, se non bastassero le sensazioni, sono i numeri Forrester Research a rendere conclamato questo poco invidiabile status. I dati parlano chiaro sotto molti punti di vista, ma nell’e-commerce il tutto assume colori particolarmente plumbei. Tendenza opposta, invece, quella di Inghilterra, Germania e Francia dove l’e-commerce traina il settore nell’Europa occidentale e promette di perpetrare lo stesso trend ancora per diversi anni (con numeri al raddoppio entro la fine del decennio).
Solo il 20% della popolazione adulta italiana ha operato acquisti in rete durante l’anno passato. Una sola persona adulta su 5, dunque, si è affidata al web per i propri acquisti e le previsioni, benchè denotanti una sensibile crescita del fenomeno anche nel nostro paese, ci vede ancora ai margini del settore fra molti anni: per il 2011 l’Italia dovrebbe generare qualcosa come 14 miliardi di euro in ambito e-commerce, appena il 6% dell’intero ammontare europeo.
Alla base dei timori v’è spesso la mancata conoscenza, ed è questo anche il principio che sembra sostenere la diffidenza italiana nei confronti del web: il 73% dei potenziali acquirenti della rete non si fidano infatti dell’acquisto online perchè non hanno la certezza della transazione e della bontà d’uso dei dati immessi. La stessa sensazione ha diffusione ed incidenza molto minori a livello europeo, ove oramai la paura dei pagamenti online è scesa a circa il 42% degli utenti.
I dati Forrester Research spiegano che in Italia nel 2003 gli acquisti più diffusi in rete erano relativi a viaggi, libri e biglietti per manifestazioni varie. Nel 2006 l’aumento delle transazioni è stato del 25% in quanto a libri e del 36% in quanto a ticket. Nel 2011 sarà il settore turistico a trainare l’e-commerce italiana e si prevede che l’acquisto in viaggi rappresenterà ben il 33% dell’intero comparto.